Cesena, "a scuola si gela": in classe a 17 gradi, studenti e genitori pronti alla protesta al Versari Macrelli

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Gli studenti dell’istituto professionale “Versari Macrelli” dicono basta alle lezioni al freddo nei due fabbricati scolastici vicino allo stadio che frequentano quotidianamente. Già alcuni giorni fa una classe era rimasta fuori un paio di ore per manifestare il proprio malumore per questo disagio. E fino a poche ore fa l’intero corpo studentesco, che conta complessivamente oltre 1.200 ragazzi e ragazze, sembrava deciso a non entrare a scuola questa mattina, in segno di protesta. Tanto che era stato fatto già circolare un volantino con un messaggio telegrafico ma incisivo: «Studenti al freddo, è ora di farci sentire». E poi: «Per la Provincia non esitiamo, ma è il momento di cambiare le cose». Poi si è preferito rinviare la manifestazione a dopo l’Epifania, quando ripartiranno le lezioni al termine delle feste natalizie. Ma non è escluso che un gruppo di allievi diserti comunque la scuola anche oggi per mostrare il proprio fastidio.

Un doppio guaio

Sono due i problemi per cui spesso le temperature scendono a 17 gradi, spingendo alcuni studenti a portare a scuola delle coperte per coprirsi. Da una parte, la colpa è, a quanto pare, di impianti di riscaldamento non efficienti e che talvolta vanno anche in blocco. Dall’altra parte, aggravano la situazione gli spifferi gelidi che penetrano dalle finestre delle aule, a causa di vecchi infissi a dir poco malandati: in alcuni punti si è dovuto addirittura attaccare in modo casereccio del nastro adesivo. Forse c’è poi anche lo zampino del piano di contenimento dei consumi energetici negli edifici pubblici, perché anche negli anni passati erano emerse carenze nel sistema di riscaldamento, ma non ai livello attuali. Il disagio non è uniforme in tutti gli spazi scolastici di via Spadolini, ma riguarda sia l’edificio principale sia il cubo prefabbricato installato nelle sue vicinanze. Soprattutto un paio di classi sono particolarmente fredde.

Studenti e genitori in pressing

Come avviene puntualmente quando si parla di scioperi studenteschi, ci sarà chi penserà che in realtà si vuole semplicemente saltare qualche lezione. Ma in questo caso, insolitamente, sono stati alcuni genitori a incoraggiare i loro figli a farsi sentire rivendicando i loro diritti. Anche perché da diverse settimane il disagio viene segnalato a chi di dovere, ma non si sono visti miglioramenti. I rappresentanti dei genitori si sono anche confrontati con il dirigente scolastico, Giuseppe Messina, che - riferisce una mamma - «si è mostrato disponibile e umano, ma purtroppo anche lui non è riuscito a ottenere granché. Nelle scorse settimane, ha fatto più di una segnalazione ufficiale e un giorno sono arrivati i tecnici, che hanno portato termo-convettori, ma dopo un paio di giorni sono saltati. Si è pensato di usare stufette, ma pare che l’impianto non riesca a reggerle. La verità - prosegue la donna - è che servirebbe un serio intervento di ammodernamento, rifacendo infissi e finestre e rinnovando gli impianti, magari installando pannelli solari. Ma nel frattempo bisogna trovare un rimedio per questi mesi freddi». Da quanto si è riusciti a capire, dalle 6 alle 8 del mattino il riscaldamento scolastico si attiva regolarmente e porta la temperatura fino ai 19 gradi stabiliti a seguito delle misure di risparmio energetico previste dal Comune. Ma poi i termosifoni tendono a raffreddarsi o si spengono addirittura del tutto e non si riesce a mantenere il livello di tepore accettabile in un ambiente in cui si sta fermi per ore. La situazione è ancor più “da brividi” in palestra, dove «c’è un clima polare». E «anche nei laboratori c’è freddo». Per questo gli studenti, spalleggiati dalle famiglie, battagliere quanto loro se non di più, sono pronti a «fare un po’ di rumore» con l’intento di farsi ascoltare.

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