Cervia, morto dopo un tuffo dal catamarano: assolti i noleggiatori

Nessun colpevole per la morte di Davide Pastorelli, il 46enne cesenate che il 27 agosto del 2020 annegò dopo essersi tuffato dal catamarano che aveva noleggiato insieme a un gruppo di amici. La decisione del giudice per l’udienza preliminare Corrado Schiaretti ha accolto così la richiesta della Procura che lo scorso giugno aveva ritenuto di non chiedere la condanna nei confronti dei due imputati, Enea Puntiroli, 55enne consigliere comunale di Cervia e il figlio 27enne Mattia, rispettivamente titolare del Centro velico “Al Canalino” e gestore nonché addetto alla consegna dei natanti da diporto.
Una posizione in linea con quanto già espresso a suo tempo dal terzo piano del palazzo di giustizia, quando al termine delle indagini preliminari era stata avanzata richiesta di archiviazione ritenendo non sussistenti gli elementi a suffragio dell’ipotesi di omicidio colposo.
Il giorno del dramma
Il processo si chiude così a ormai tre anni dal dramma. Quel giorno di metà agosto, Pastorelli salpò nel pomeriggio con la fidanzata e un’altra coppia di amici. A circa 300 metri dalla costa, col mare mosso, si tuffò all’altezza del Bagno Papeete di Milano Marittima. Sentendolo gridare aiuto, i tre che erano con lui tentarono invano di invertire la rotta del catamarano, perdendolo però di vista in acqua. I compagni fecero rotta verso la riva, pensando inizialmente che Pastorelli fosse riuscito a tornare a nuoto. Una convinzione presto tramutata in angoscia, fino al recupero del corpo.Le indagini portarono alla verifica delle dotazioni a bordo e delle procedure seguite per il noleggio del natante. E come atto dovuto, furono indagati i noleggiatori del catamarano. Materia - quella dei regolamenti e degli obblighi per spingersi al largo - affidata a una specifica consulenza tecnica eseguita nel corso del rito abbreviato condizionato chiesto dai difensori dei due imputati, gli avvocati bolognesi Massimiliano Bacilieri e Domenico Di Berardino, interessati ad attestare anche l’esatta distanza del catamarano dalla riva. Ricostruita la dinamica dei fatti e verificate le varie responsabilità, la Procura aveva chiesto l’archiviazione, seguita tuttavia dall’opposizione presentata dalla madre del 46enne. Rimasto aperto il caso, era stato definito l’accordo per il risarcimento della famiglia della vittima, la madre, assistita dall’avvocato Alessandro Sintucci, e la figlia di Pastorelli, tutelata dagli avvocati Lisa Venturi e Manuela Mengucci.