Castel Bolognese: carteggi dell'archivio congelati per poterli recuperare
Si sta lavorando da due giorni negli interrati di Palazzo Mengoni, che ospita il municipio, per togliere dal fango gli innumerevoli faldoni di registri, documenti e carteggi dell’archivio comunale dal 1965 in poi. Le operazioni si svolgono dinanzi ai Carabinieri e al personale della Soprintendenza che, a sentire il Comune, «considera larga parte dell’archivio, se non la totalità, recuperabile ma con tempo e finanziamenti a disposizione». Le unità archivistiche vengono imbustate, poste in cassoni di plastica e scortate alla Orogel di Cesena dove sono sottoposte a congelamento: il trattamento permette di eliminare i batteri e fermare lo stato di deterioramento. Sul patrimonio culturale del paese l’Amministrazione, nel fare il punto della situazione, riferisce in primis ciò che è rimasto illeso, ovvero la chiesa di San Sebastiano, il Museo civico e il Centro di ricerca espressiva Vecchio Macello. Per tutto il resto di pertinenza municipale vi sono problemi. L’ex chiesa di Santa Maria della Misericordia e annessa sala espositiva sono inutilizzabili: necessarie verifiche anche alla struttura e agli impianti. Stesso discorso vale per il Torrione del vecchio ospedale ancora da ripulire e da verificare le staticità di cupola, pavimentazione e fondamenta. Il teatrino del Vecchio mercato ha subito danni ingenti, finestre e porte sono state divelte e «dovrà essere rifatto» spiega il Comune. Il chiostro di Palazzo Mengoni è interessato da pulizie e manutenzioni su tutti gli spazi al piano terra. Gli erogatori di corrente di piazza Bernardi devono essere controllati in quanto danneggiati. Le opere del MaAB, il Museo all’aperto Angelo Biancini, non hanno subito gravi danni: solo alcuni supporti didascalici necessitano di piccole sistemazioni. Grave invece lo stato del Mulino Scodellino, dove tutti gli impianti sono ad oggi non funzionanti. Alla Sala delle Associazioni, la Pro loco si è occupata di pulire e sta effettuando verifiche sulla cucina. Al Teatro Moderno si sono dovuti svuotare gli arredi di tutta la platea e le rovine sono pesanti. «La Biblioteca essendo rialzata è salva – sostengono sempre fonti comunali –, ma l’apertura è subordinata a pulizia e sanificazione degli ambienti sotterranei per garantire standard qualitativi dell’aria». Gli archivi storici, precedenti al 1965, con carteggi, fondi, atti, stampe, fotografie risalenti anche al 1500 e 1600 si trovavano sotto il già citato teatrino che fa parte del nucleo Biblioteca. «Qui – continua il Comune – gli archivi delle ex Opere Pie e molto altro materiale era stato trasferito nella giornata di martedí 16 al piano della biblioteca ed è dunque in salvo. Il restante materiale, compresi i fondi storici, è stato trasferito all’Orogel di Cesena: erano stati spostati sui ripiani piú alti». Evidentemente non è bastato. L’intervento finale negli archivi verrà realizzato da una ditta specializzata in sgomberi e bonifiche. Il primo ad esprimere perplessità sul salvataggio dei preziosi fondi storici fu nell’immediato il consulente del Comune, Andrea Soglia che ieri è tornato sull’argomento: «a tutt’oggi non so che fine possano avere fatto i fondi Pietro Costa con raccolte fotografiche sulla storia del paese, e Giovanni Bagnaresi, ricchissimo e ancora in parte da studiare. A quanto pare sono anch’essi all’Orogel di Cesena, ma il Comune non lo ha specificato». Sempre sotto l’egida della Soprintendenza, al recupero dei beni culturali negli interrati hanno collaborato nei giorni scorsi gli studenti castellani Gabriele Rossi, Luca Tondini, Asia Galeati e Simone Zaccarini, con l’amico lughese Lorenzo Lanconelli. «Nella loro opera è riposta la speranza per il futuro della cultura castellana» ha commentato Andrea Soglia. Oltre a tutto ciò vi è un vasto patrimonio danneggiato di competenza privata o ecclesiastica come la chiesa di San Petronio e il convento delle suore di clausura.