Caso "Bella ciao" a Faenza, la preside solidale con la prof

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Anche la dirigente del San Rocco, Marisa Tronconi, interviene sulla polemica scoppiata nei giorni scorsi che vede il suo istituto al centro delle cronache nazionali per la decisione della professoressa di musica Marcella Sbarzaglia di assegnare ai propri studenti il compito di imparare a memoria “Bella ciao” e riprendersi in un video. Una decisione fortemente contestata dal consigliere comunale Gabriele Padovani e poi, a ruota, dalla Lega, sia sul territorio che in parlamento, con il deputato Gianni Tonelli.

«È grave l’intrusione dei politici sulle scelte della scuola – afferma la dirigente –. L’insegnante ha proposto una canzone che rappresenta universalmente il desiderio di libertà e, storicamente, un percorso antifascista. Non credo che questo sia un gesto politico, perlomeno non nel senso partitico del termine. Questa decisione può non essere piaciuta a una famiglia, a un genitore, ma in tal caso si può discutere, scrivere alla professoressa chiedendo spiegazioni, in uno scambio vis a vis all’interno del patto educativo». Ed è proprio quel patto educativo, alimentato da «separatezza» e «appartatezza» che garantiscono di «crescere con serenità», che per Tronconi sarebbe venuto meno creando un caso nazionale sulla vicenda: «La libertà di insegnamento è un valore fondante – conclude la preside – di garanzia e responsabilità pubblica».

Le parole della Cgil

Al coro di solidarietà levatosi intorno alla docente di musica si unisce anche Flc Cgil Ravenna: «È svilente pensare che in un momento storico-culturale così particolare come questo – afferma il sindacato – un testo intriso di valori universali di libertà e opposizione alle dittature e alla guerra, che non presenta al suo interno alcun riferimento politico o religioso, un testo divenuto l’emblema dell’antifascismo e della Resistenza, possa diventare invece simbolo di faziosità politica». Nulla di sbagliato, dunque, nel compito assegnato dalla professoressa, anzi: «Deve essere chiara – sottolinea Cgil – l’idea di quanto sia importante la conoscenza della storia».

Un richiamo, forse, all’invito lanciato dal sindaco di Ravenna Michele De Pascale a «ripassare la storia», detto forse per ampliare il raggio delle materie da studiare rispetto a quanto aveva invece affermato il consigliere regionale della Lega, Andrea Liverani, per il quale «si va a scuola per imparare la lingua italiana e la matematica, non “Bella ciao”».

Il Comune rompe il ghiaccio

L’ultimo ad esprimersi, anche in questo caso a favore della professoressa di musica, è il Comune di Faenza: ripetutamente sollecitata, la giunta manfreda aveva tergiversato, divisa a metà tra chi voleva fare sentire forte il proprio appoggio alla scuola e chi preferiva aspettare che la polemica rientrasse. Ma invece che spegnersi, il rumore intorno alla querelle su “Bella ciao” è andato aumentando, e così la giunta ha deciso di esporsi in maniera congiunta: «La polemica innescata dal capogruppo Padovani è assurda e priva di qualsiasi fondamento. Confondere come di parte un canto universale come “Bella ciao”, che simboleggia la lotta al nazifascismo e il desiderio di libertà, significa avere una visione distorta della realtà, della storia e dei valori fondativi della Costituzione che ci unisce tutti, istituzioni pubbliche e comunità civile».

La giunta prosegue stigmatizzando «il sottinteso attacco alla scuola e al ruolo degli insegnanti», esprimendo «solidarietà all’insegnante e all’istituto scolastico». La stessa posizione è stata espressa anche dal Pd attraverso il suo segretario manfredo Emanuele Tanesini.

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