Calcio, Napoli-Ravenna 2-4 e il capolavoro di Sergio Santarini

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Quando nel finale Mariano Sotgia uscì dal campo per lasciare il posto a Stefano Medda, venne accolto dagli applausi del pubblico del San Paolo di Napoli, o meglio, di quei pochi che erano rimasti allo stadio. Quel giorno, il tamburino sardo del Ravenna fu il relatore di un convegno dal tema: “Ali destre imprendibili che fanno a fette la difesa”. E i dribbling di Sotgia e le magie di Francesco Dell’Anno costruirono una vittoria che appartiene alla storia del Ravenna.

Napoli-Ravenna 2-4

«Dilaga il Ravenna in un San Paolo dove un tempo cadevano Juventus, Inter e Milan».

Il servizio di Carlo Verna sulla Rai iniziò così, con le parole arricchite dal tono di chi sta compilando la constatazione amichevole dopo un tamponamento. Era il 13 dicembre 1998, campionato di Serie B e il Ravenna vinse 2-4 nel trionfo del “calcio del sorriso” dell’allenatore Sergio Santarini, un lord inglese in panchina che non ha mai preteso di inventare il calcio, ma ne conosce la regola base: innanzi tutto, fai stare bene i tuoi ragazzi. Quel Ravenna era serenità e talento, Sotgia era un’ala destra d’altri tempi e lo dimostra il fatto che oggi l’espressione “ala destra” non si usa nemmeno più. Dell’Anno era un tuttocampista lento che però metteva la palla dove voleva, Biliotti un centometrista col gol nel sangue e dietro c’erano califfi come Atzori e Cristante a protezione della porta di Berti.

Telethon e monetine

Quel giorno si celebrava la maratona benefica Telethon e 1000 lire di ogni biglietto di Napoli-Ravenna (11.397 i paganti) vennero devoluti alla lotta contro le malattie genetiche. Un gesto lodevole, anche se alla fine arrivò pure una mancia un po’ meno nobile, visto che all’uscita dal campo, la Curva B del Napoli prese piuttosto male la sconfitta e i giocatori uscirono sotto una pioggia di monetine, poi sapientemente raccolte dai raccattapalle, attratti da un investimento a basso tasso di rischio.

Il Napoli era allenato dallo squalificato Renzo Ulivieri, che quel giorno faticò ad uscire dalla tribuna, visto che gli sportivi locali la presero piuttosto male: in panchina c’era il suo vice Walter Mazzarri, uno che è diventato specialista in alibi originali, ma che quel giorno parlò senza mezzi termini di «prestazione indecorosa».

Il Napoli fece male, come no, ma giocare contro il Ravenna del sorriso non era mica semplice. Il primo tempo finì 0-0, con Turrini (Napoli) e Pergolizzi (Ravenna) espulsi per reciproche scorrettezze. Fischi copiosi del pubblico di casa all’intervallo, ma il bello doveva ancora venire. Subito 0-1 Ravenna con il magico mancino di Mino Bizzarri, talento di categoria superiore ingabbiato dalla pigrizia di Homer Simpson. Passano 30 secondi e il Napoli pareggia con Triuzzi, ma Dell’Anno è incontenibile e accende un contropiede culminato con un gran destro a giro di Biliotti: 1-2 Ravenna. Qui la Romagna giallorossa dà spettacolo: Sotgia sfonda a destra, cross per Bizzarri che si alza dal divano di casa Simpson e di testa fa 1-3. Stadio San Paolo in bollore e i giocatori del Napoli intuiscono che torneranno a casa tardi per cena. Pesaresi di testa su calcio d’angolo fa 2-3 per il Napoli, ma chiude il conto un gran sinistro dalla distanza per il 2-4 di Zizì Roberts, possente attaccante liberiano dal nome che evoca un bagnoschiuma. Il sigillo finale a un capolavoro in giallo e in rosso, un balsamo per i tempi magri di oggi, con il calcio a Ravenna che è tornato in D e cerca una fase di rimbalzo per tornare a guardare in alto.

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