Calcio D, Brunelli: "Nessuna proposta seria per il Ravenna"

Presidente Brunelli, il bilancio dello sport a Ravenna non è confortante. Nel 2022 la Consar è retrocessa in A2 e la Teodora ha venduto il titolo sportivo, in questo 2023 il Ravenna ha fallito il ritorno tra i professionisti e l’OraSì rischia la B: possibile che in una città ricca come Ravenna non ci siano imprenditori desiderosi di investire nel mondo dello sport?

«Evidentemente sì e questa è l'ennesima riprova. Lo sport a Ravenna è vissuto in modo particolare, si scalda solo in presenza di risultati eccezionali e in genere interessa poco all'imprenditoria. Certamente lo sport a Ravenna meriterebbe più attenzione».

Conferma che non ci sono mai state proposte serie per rilevare la società?

«Confermo, perché ci sono state voci ma per parlare di trattativa servono persone che si mettano attorno ad un tavolo a parlare seriamente. E questo non è mai successo».

Sicuramente non è stata una stagione soddisfacente ma non tutto è da buttare. Cosa, in particolare?

«Il rapporto intrapreso con Massimo Gadda, che ritengo professionale e molto produttivo. E poi i risultati della nostra squadra Juniores, dove si sono messi in luce diversi giocatori che penso faranno parte del futuro del Ravenna».

Cosa è mancato veramente per arrivare più in alto?

«È mancata una squadra che avesse un'identità propria, certamente qualche personalità forte c'è stata ma è mancato lo spirito di squadra».

Nel prossimo campionato il Ravenna punterà decisamente alla promozione oppure sarà costruita una squadra con tante scommesse e poche certezze come quella allestita la scorsa estate?

«Non sono d'accordo perché la squadra non era stata fatta con scommesse ma con giocatori spesso reduci da buone stagioni. La prossima verrà assemblata in seguito agli incontri della società ed anche con gli sponsor, in seguito ai quali verrà stabilito il budget da investire nella formazione della nuova rosa».

Da dove ripartire per programmare il futuro prossimo?

«La ripartenza va fatta innanzitutto a livello societario, parlando di organizzazione e facendo gli opportuni bilanci. E poi vogliamo ripartire da un allenatore che condivida con la società la politica dei giovani, perché ogni anno sono proprio i giovani a cambiare le prospettive di un campionato».

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