L’allerta rossa era scattata alla vigilia di Cesena-Vicenza, quando John Aiello aveva rinunciato al volo transoceanico perché troppo impegnato nel nuovo, importante incarico lavorativo in Avesi Partners. L’allarme era poi esploso fragoroso nel momento in cui il rigore di Lepore, il quinto della serie, aveva chiuso la sua corsa in rete, lanciando il Lecco verso la promozione in B e il Cesena verso un’altra stagione in terza serie. Il comunicato di mercoledì 21 giugno era servito a sospendere sia il fastidioso silenzio della proprietà che il fragoroso allarme di cui sopra. Ma la prima “vera” giornata della nuova stagione, venerdì 7 luglio 2023, ha riportato di nuovo l’allerta ai massimi livelli in casa Cesena.
Artico abbandonato
Alle 11.30 di venerdì, Fabio Artico si è trovato solo al tavolo delle conferenze stampa, senza avere al suo fianco nessuno della proprietà, nessuno del cda, nessun dirigente. Da 30 anni a questa parte, non era mai accaduto che la presentazione di un nuovo allenatore o di un nuovo dirigente dell’area tecnica avvenisse senza l’introduzione e il saluto del presidente o del suo vice o comunque di un alto dirigente del club (a introdurlo è stato Enrico Marinò, dipendente di Pubblisole e addetto stampa del Cesena). Ciò che è grave è che questo è successo non per una mancanza di rispetto o di fiducia in Artico, quanto per il timore di dover rispondere a domande scomode su questioni societarie e di governance. Con John Aiello che non si vede da quasi 4 mesi, l’altro co-presidente Robert Lewis ha ben pensato di starsene nascosto in trincea e il sodale Massimo Agostini, terzo membro del cda di Cesena Fc, lo ha prontamente imitato.
Il cda e il vitello grasso
A proposito del cda, stando al comunicato del 21 giugno ora è stato elevato a cassazione ma serve l’unanimità per decidere. Il guaio è che da due settimane e mezzo a giovedì 6 luglio, giorno dell’annuncio di Artico (il cui accordo risaliva all’11 aprile), non si è fatto nulla, con veti incrociati tra Aiello e Lewis a frenare quello o a dire no a questo. Un vortice del nulla da cui si è provati ad uscire in questo fine settimana. Prima che con l’annuncio di Artico, con la decisione di mettere sul mercato, per venderlo ad ogni costo ad un prezzo minimo di due milioni di euro, Stiven Shpendi. Una cessione necessaria per riuscire a garantire ciò che la famiglia Aiello scrisse il 21 giugno: “La proprietà ha investito ingenti risorse in questa stagione e ha la forza economica per ripetere gli sforzi che occorreranno per portare il club dove merita di stare”. Per garantire un Cesena competitivo c’è la necessità di sacrificare il vitello grasso (si spera che, a differenza di quanto scritto sul vangelo, non ci siano un figliol prodigo da festeggiare, perché di figli se n’è già avuto abbastanza nella passata stagione...). Dunque, invece di volare verso cieli stellari, si è deciso di tornare alla cara, vecchia terra, quella attraverso la quale costruirono le loro fortune, in campo lavorativo e poi in quello calcistico, Dino Manuzzi ed Edmeo Lugaresi. Un Cesena come da tradizione, quindi, e non come da ambizione e da programma della proprietà americana. Che dunque ha scelto di propria volontà di rallentare e di investire meno (molto meno?). Se questa decisione sia stata presa dagli Aiello per poter risolvere in modo definitivo il rapporto con Lewis o se sia il primo passo verso un disimpegno e una futura cessione del club lo diranno le prossime settimane e i prossimi mesi.
Lo smantellamento del Condor
Tornando a venerdì, alle 9 della sera sul sito ufficiale, il Cesena ha emesso il secondo annuncio della nuova stagione. Probabilmente anche questo avvallato dal cda e dunque dalla famiglia Aiello: l’allontanamento di Giovanni Ceccarelli e di Filippo Masolini dal settore giovanile. Ovvero i due allenatori che nell’era del Cesena Fc hanno ottenuto i risultati migliori: Ceccarelli ha portato il Cesena dal campionato di Primavera 3 al campionato di Primavera 1 (unico club di C), ha vinto una Supercoppa Primavera 2, ha consacrato i gemelli Shpendi e “accompagnato” verso la prima squadra Lepri, Francesconi, Pieraccini e David; Masolini ha vinto uno scudetto Under 17 di Serie C, ma soprattutto ha scoperto i gemelli Shpendi e Lepri e li ha voluti portare con sé a Cesena quando Alfio Pelliccioni lo andò a riprendere nel 2019 a San Marino dopo che era stato mandato via dall’Ac Cesena per mano di Luca Mancini (e dell’allora responsabile del settore giovanile Fernando Argila). Agostini (ma anche Jozic) ora e Mancini all’epoca hanno tremendamente sofferto la forte personalità di Masolini, allenatore che rispetta le regole e proprio per questo pretende che vengano rispettate da tutti, ma soprattutto uomo che non accetta compromessi. Grandi qualità che chi cura solo il proprio ego vede come caratteristiche negative. Anche Ceccarelli è stato cacciato da Agostini, che, oltre a riaffermare il proprio potere nel “mondo Cesena”, aveva in questo caso bisogno di rifarsi una verginità: la stagione disastrosa della Primavera è figlia prima di tutto di illogiche decisioni societarie (il settore giovanile si porta avanti per cercare di costruire in casa i giocatori del futuro e non per valorizzare i giocatori di altre società nella speranza che questi aiutino ad ottenere risultati) e solo in parte delle scelte dell’allenatore, la cui colpa è stata semmai quella di aver assecondato il folle mercato di prestiti.
Competenza questa sconosciuta
Ma gli allontanamenti di Ceccarelli e di Masolini (chiamati al telefono da Stefanelli, perché chi sta in cda non ha avuto il coraggio di farlo) sono gravissimi per altri due motivi: sono avvenuti senza che ancora ci sia il responsabile del settore giovanile e con l’ok di Artico. Che arriverà a scelte fatte: Campedelli in Primavera, Tamburini in Under 17, probabilmente il suo ex vice Gianluca Zanetti in Under 16 e poi conferme a seguire. Una mancanza di rispetto verso il futuro responsabile Denis Fiorin (sempre che anche lui, come fatto in precedenza da Rovereti, Piangerelli e Giugliarelli, non torni sui propri passi). L’ennesima dimostrazione della mancanza assoluta, da parte di questi vertici societari, di competenza e di conoscenza calcistica.