Calcio C, Imolese, per la salvezza serve molto di più
Parole. Quelle che è dura trovare per descrivere certe tragedie, quelle che ti vengono per descrivere certe prestazioni, quelle che imponi ai tuoi dipendenti di non pronunciare provando a nascondere il disastro al quale sta andando incontro la tua società.
Il lunedì post-Fermana comincia con le parole che non vorresti mai usare, ovvero quelle legate alla morte di un tuo ex giocatore: Giovanni Tiberi, centravanti dell’Imolese della stagione 1995-’96 è infatti morto domenica nel suo bar Mister Mojo ad Ostia per un malore improvviso. Un malore che a 49 anni è stato fatale ad un centravanti generoso con il quale fu piacevole, 3 annetti fa, riavvolgere il nastro dei ricordi a quella vittoria dell’Imolese (confessò che, dopo quello della Ternana, il risultato da cercare il lunedì sul giornale era proprio quello dei rossoblù) al Liberati, casa della Ternana che è stata una delle sue squadre del cuore e che, scherzo del destino, incassò 3 reti sia dall’Imolese con Tiberi centravanti nell’incrocio del 1995-’96 che da quella di Dionisi nella gara di ritorno.
Le parole che ti escono in fretta sono invece quelle per descrivere la ripresa dell’Imolese con la Fermana: deludente è l’aggettivo giusto, visto che da chi aveva bisogno assoluto dei 3 punti era lecito attendersi decisamente qualcosa di diverso dalla “mosceria” messa in campo dopo il pareggio dei marchigiani ad inizio ripresa. Un pareggio fra l’inutile e l’insipido che non è certo piaciuto agli Irriducibili i quali, a fine gara, hanno esternato alla squadra (con Rinaldi e Vona a comandare il “tavolo “sindacale”) il proprio disappunto. Ci sono altre parole che, per quanto non cambierebbero la storia, sarebbe almeno giusto sentire per giustificare scelte poco comprensibili come quella di non utilizzare né Alessandro Lombardi né De Feo, due elementi che potevano fare comodo in una ripresa nella quale serviva cercare la vittoria. Ma Fontana è “silenziato”, come gli altri tesserati, da De Sarlo, che spera di mettere sotto il tappeto tutta la polvere che sta accompagnando questa stagione dalle parti del Bacchilega, dove capita di scoprire, a mesi di distanza che Alessandro Panfili non è più scout dell’Imolese per la quale era semplicemente un dipendente e non un tesserato.