Calcio C, Imolese: ora la missione è avere un futuro

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Nessun miracolo, visto che comunque le regole devono essere uguali per tutti e devono essere rispettate da tutti. Dalla prima metà del pomeriggio di ieri, quando la pec con la sentenza è arrivata ad Agrigento al segretario generale Filippazzo (che ha salutato il Bacchilega ormai da un mesetto), l’Imolese è definitivamente in Serie D.

Ma quale sconto? Arriva il -7...

La Corte Federale d’Appello ha ribadito il concetto “versare in ritardo l’Irpef significa mancato versamento dell’Irpef” e questo è costato ai rossoblù la possibilità di giocarsi la salvezza attraverso i play-out. Il procedimento di ieri ha visto la società rossoblù, rappresentata dallo studio legale del presidente (ancora per pochi giorni) Francesco Coppa, ottenere come unica vittoria quella di avere solo 3 punti di penalizzazione rispetto ai 4 invocati dalla Procura Federale, che aveva fatto ricorso contro il -2 comminato all’Imolese il 6 aprile. Il ricorso dell’Imolese contro i 4 punti di penalizzazione che erano stati inflitti il 28 aprile e che avevano messo i rossoblù a distanza di 9 punti dalla Vis Pesaro è stato invece respinto per cui al totalizzatore sono complessivamente 7 i punti di penalizzazione che hanno fatto fatto sprofondare i rossoblù a quota 29 e ad un amaro saluto alla categoria.

Imolese vittima di se stessa

Alla fine, quindi, il professionismo se ne va da Imola visto che la proprietà attuale non è stata di fatto in grado di seguire (per un misto di superficialità, faciloneria e incapacità) le regole basilari, ovvero quelle relative all’obbligo di rispettare le consegne quanto a date di scadenza e a modalità di pagamenti da eseguire. L’Imolese non è stata vittima di un’ingiustizia (e chi lo dice mente sapendo di mentire) ma semplicemente è stata, fuori dal rettangolo di gioco, vittima di se stessa e di un modo di gestire le cose che Camilleri avrebbe chiamato “alla sanfasò”. Un caos disorganizzato che ha portato inevitabilmente i rossoblù ad essere sanzionati dagli organi federali. Non resta che prendere atto del fatto che, con la sentenza di ieri, sono due le squadre rossoblù a salutare il professionismo a causa di questioni extra-campo: la prima squadra, che non si è potuta giocare la salvezza sul campo, e la Primavera che la salvezza, nel campionato di Primavera 2 organizzato dalla Lega Serie B, l’ha conquistata sul campo ma che è stata azzerata da questa sentenza.

Sotto la Serie D... niente?

Il primo colpo allo stomaco è arrivato in un Bacchilega deserto sotto forma di penalizzazione e retrocessione ma nelle prossime settimane potrebbero arrivarne altri di più pesanti: sì perché per avere un futuro l’Imolese ha necessità di una robusta ricapitalizzazione che possa in qualche modo garantire la prosecuzione dell’attività anche in D. Una Serie D dalla quale, con una struttura societaria diversa da quella attuale, si potrebbe pensare anche di ripartire utilizzando parte di quei ragazzi del vivaio che hanno dimostrato il loro valore in questa stagione.

Macerie prime

Ma il grande punto interrogativo delle prossime settimane sarà lo stesso degli ultimi giorni: come potrà questa Imolese rinascere da queste macerie?

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