Buongiorno, Antonio Di Battista: lei è il responsabile dell’area tecnica del Rimini, ci può spiegare chi fa parte di questo team e come vengono prese le decisioni?
«La nostra è una struttura orizzontale, non verticale: per intenderci, non sono il capo supremo, faccio parte di un team che comprende il responsabile dell’area scouting Fabio De Vita e il direttore sportivo Andrea Maniero. Le decisioni su tutti i giocatori attenzionati vengono condivise da noi tre. Ma nella struttura tecnica c’è anche Giuseppe Geria, che è stato anche docente a Coverciano, ed Angelo Sanapo, ex tecnico delle giovanili della Juventus. Diciamo che le nostre esperienze convergono, la parte tecnica è presente in tutte queste figure, fa parte del retroterra di ognuno di noi. Io una decina di anni fa sono passato dal campo alla scrivania, ma sono insegnante Isef, preparatore atletico professionista, allenatore Uefa C, B e A e direttore sportivo, tant’è vero che ho una ventina di presenze in panchina tra Serie C e B, in momenti di passaggio tecnico».
Mancano quattro giorni alla fine del mercato, quali sono le priorità del Rimini?
«Il mercato ora entra in una fase molto calda, possono capitare opportunità importanti e se c’è la possibilità di migliorare in ogni posizione del campo non ce la faremo scappare: ma la priorità è l’esterno basso a sinistra, nel fare le coppie è una pedina che ci manca. Invece con Alessandro Lombardi, per il quale è ormai fatta, abbiamo chiuso il centrocampo».
Quali obiettivi avete raggiunto e quali no, o magari non ancora, in sede di programmazione del mercato?
«Nella prima fase ci sono state difficoltà, ma è naturale che sia così: quando subentri prendi visione di quello che c’è. Il nostro progetto è strutturare bene la società e per questo serve una vera e propria casa, anche per il settore giovanile. Comunque da subito abbiamo iniziato a lavorare sul progetto: il nostro obiettivo è ben figurare, cercare di migliorare il piazzamento dello scorso anno, pur sapendo che il girone B è fortissimo, una B2 con piazze importantissime. Ad agosto tutti vogliono vincere, poi quando il campionato inizierà sapremo quali sono le squadre con le maggiori possibilità di poter ambire alla B. Di certo è un girone difficilissimo».
Come ha trovato la piazza? I 1.800 abbonamenti già sottoscritti rappresentano più una spinta per fare ancora meglio oppure un onore un po’ pesante da rispettare?
«Da parte nostra c’è tutto l’entusiasmo per fare bene, ognuno di noi è stato tifoso, l’obiettivo è far vivere ai nostri tifosi emozioni importanti, il nostro presidente farà di tutto per regalare emozioni alla piazza, però ci vuole pazienza. Siamo partiti pensando più che altro alla squadra, ma l’obiettivo è rendere la società solida e forte per puntare a qualcosa di importante. Ma senza campi è difficile. Un giocatore che viene a Rimini guarda anche a questo: l’obiettivo è strutturarci per avere un centro sportivo ed uno stadio importante per la piazza. Rimini è un brand importante».
Secondo lei come deve cambiare la piazza di Rimini per quanto riguarda il calcio e in che direzione deve andare?
«In tutte le piazze del mondo è la società a portare i tifosi allo stadio, succederà anche qui per far capire che il progetto è serio. Serve solo un po’ di pazienza: non si può avere tutto e subito, non si può avere un centro sportivo in 15 giorni, uno stadio in poco tempo, ma noi siamo pronti, per noi è una sfida».
Finora la società si è un po’ nascosta, visto che c’è stata solo un’apparizione pubblica, quando pensate di presentarvi in maniera più approfondita?
«Qualcosa abbiamo fatto se sono stati sottoscritti già così tanti abbonamenti. La società vuole tenere un profilo basso, siamo così come persone, e la prossima tappa sarà la presentazione della squadra. Non era facile fare tutto in fretta: in fin dei conti noi siamo subentrati a fine giugno».