Calcio C, Da raccattapalle del Cesena ad avversario nel derby: Colombo guida il Rimini al Dino Manuzzi

Nel derby di domenica a Cesena il ravennate-sammarinese Edoardo Colombo vede snocciolarsi in una sola partita passato, presente ed anche il proprio futuro che ora si chiama Rimini Football Club.
Cosa rappresenta per lei il derby con il Cesena?
«Tanto, perché in maglia bianconera ho fatto quasi tutta la trafila delle giovanili. Poi nel 2017 sono partito per Torino: mi acquistò la Juventus per giocare nell’Under. Un anno dopo il Cesena fallì. In Piemonte l’altro portiere era Alessandro Siano, che adesso è a Cesena e che domenica rivedrò con piacere. Ma alla Juventus ho giocato poco per colpa di un brutto infortunio alla spalla che mi ha tenuto fuori sei mesi. Così sono sceso in campo solo nelle ultime partite. In estate chiesi di andare via, perché nella Juventus Primavera avrei avuto poco spazio ed io avevo bisogno di giocare: sono andato in prestito al Carpi dove mi sono potuto allenare con la prima squadra ed ho fatto una decina di panchine in Serie B. Poi ho fatto un po’ di Serie C, alla Torres e al Legnago, e tanta Serie D, all’Arezzo e alla Cavese».
Lei è molto romagnolo: è nato e vive a Ravenna, calcisticamente è cresciuto al Cesena e ora gioca a Rimini, ma è anche sammarinese. Può spiegarne il motivo?
«Sin da piccolo ho il doppio passaporto, perché mia mamma è sammarinese e con la nazionale biancazzurra ho giocato nell’Under 21 per le qualificazione agli Europei».
Come si è materializzata la destinazione Rimini?
«Il mio procuratore Carpeggiani mi ha chiamato quest’estate, mi ha detto che c’era la possibilità di venire a Rimini: con il direttore sportivo Maniero c’erano già stati contatti dai tempi in cui lui lavorava al Campodarsego, poi non se ne fece nulla. E’ stata una chance inattese: c’erano altre opportunità, ma questa per me è stata la scelta migliore Sono stato 7 anni lontano da casa, ora mi sono riavvicinato ed è un po’ strano per uno come me che ha sempre viaggiato. Abito a Rimini in appartamento ma ogni tanto vado a Ravenna dai miei genitori».
Le ha dato fastidio il confronto con Zaccagno, che a Rimini ha fatto una grande stagione?
«Nel modo più assoluto, nessun fastidio, ho molto rispetto per Zaccagno, un portiere che l’anno scorso è stato straordinario e si sta confermando un gran portiere ora alla Torres. Tra l’altro lo conosco perché è sempre stato nel giro delle nazionali, ma a me il confronto non ha dato alcun fastidio, anzi mi ha spinto a lavorare ancora di più e impegnarmi al massimo. Quando ci siamo visti a Sassari ci siamo salutati molto cordialmente».
Domenica tornerà all’Orogel Stadium-Dino Manuzzi: cosa vuol dire per lei?
«Io sono nato a Ravenna ma non ho mai vestito la maglia giallorossa. Da quando avevo sette anni ho giocato nel Cesena: per me è un pezzo di infanzia, anche se non ho mai avuto la fortuna di giocare al Manuzzi. Però in campo ci sono stato tante volte perché ho fatto il raccattapalle: stavo sotto la Curva Mare. Come ho detto, è un pezzo della mia infanzia, sarà un’emozione bellissima».
Lo sa che l’attende il pubblico delle grandi occasioni?
«Io il Manuzzi esaurito l’ho visto più di una volta da raccattapalle, ma al grande pubblico ci sono abituato, già l’anno scorso a Cava de’ Tirreni contro Barletta e Brindisi abbiamo giocato davanti a tantissima gente. Ci sarà un’atmosfera speciale, perché il derby è una partita unica: sappiamo che quello stadio può dare una grande mano alla squadra di casa, ma anche da Rimini, dalle notizie che arrivano, non ci faremo mancare niente in termini di tifosi presenti, sarà come giocare in un pezzo di casa».
Che obiettivi si pone?
«Di crescere il più possibile, migliorare di partita in partita, a livello personale ma anche come gruppo. A livello difensivo stiamo facendo un grandissimo lavoro, cercando di migliorare come vuole l’allenatore Raimondi, soprattutto cercando di fare un gioco propositivo. Abbiamo molti giovani ma il Rimini è già una squadra che gioca a testa alta. Per quanto mi riguarda, vorrei giocare più partite possibili, finora sono molto contento».

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