Minuto 34 di Fermana-Cesena: Tommaso Berti danza sull’erba scivolosa del Recchioni, disorienta il povero Spedalieri, “uscito” nel frattempo per borseggiarlo, lo manda al bar con una finta e imbuca un pallone perfetto per Cristian Shpendi, letale nell’infilarlo alle spalle di Borghetto per il 2-0 del Cavalluccio. Questa è la delizia che hanno visto tutti, sia i più fortunati allo stadio che i meno fortunati (viste le discutibili riprese tv) sul divano. Quello che probabilmente non ha notato nessuno è ciò che è successo subito dopo il gol. Avete presente quando al ristorante arriva il piatto migliore e il cameriere chiede se vi sia piaciuto? Toscano si gira verso l’inseparabile vice Napoli e comincia a mulinare la mano destra con due parole eloquenti: “Mamma mia”. Già, una vera prelibatezza.
Made in Cesena
Impossibile trattenersi davanti a due giocate favolose e costruite da un diciannovenne e da un ventenne usciti dal settore giovanile del Cesena, che sabato a Fermo hanno disputato una gara di altissimo livello. Nella mattanza del Recchioni c’è la firma in calce dei giovani terribili del Cavalluccio: tre titolari, che hanno asfissiato la modesta Fermana, e due subentrati che si sono divertiti a fare due corse (e un tiro) nel comodo finale. Toscano ha schierato tre figli del settore giovanile del Cesena dal primo minuto (Francesconi, Berti e Shpendi) e ne ha inseriti altri due a partita in corso (Giovannini e David), lasciando in panchina il solo Pieraccini. Al debutto contro l’Olbia solo a Shpendi era stata consegnata una maglia da titolare, ma poi subentrarono Berti, Giovannini e Francesconi, bravi a dare un senso al finale di partita dopo un primo tempo imbarazzante. Nelle due gare successive nessun baby cresciuto in casa era stato schierato dal primo minuto, ma gli ingressi di Berti e Shpendi contro Pontedera e Ancona più quello di Francesconi contro i dorici martedì scorso, avevano sempre migliorato il rendimento della squadra, fino alla “promozione” di sabato sera, quando l’allenatore calabrese è partito addirittura con tre titolari. La formula “made in Cesena” ha funzionato grazie anche alla variante (3-4-2-1) che ha esaltato proprio il gemello e il trequartista di Calisese, letali alle spalle di Corazza. Dopo quattro giornate Toscano ha dimostrato di fidarsi dei baby cresciuti in casa e di non aver nessun pregiudizio nell’inserirli. Certo, i rimpianti per il modesto minutaggio di Olbia restano, ma è altresì vero che i giovani debbano essere innanzitutto gestiti e non mandati allo sbaraglio. Era dal 20 maggio 2016 (Avellino- Cesena 1-2 con Drago allenatore) che non venivano schierati titolari tre ragazzi del settore giovanile: i tre ragazzi in questione erano Sensi, Valzania e Djuric.
Minuti e primato
Considerando solo i baby provenienti dal settore giovanile, ad oggi quelli del Cesena sono rimasti in campo per 529 minuti. Il più utilizzato da Toscano nelle prime quattro giornate è stato Shpendi (172), che occupa il primo gradino del podio davanti a Berti (159) e Francesconi (149), mentre alle loro spalle ci sono Giovannini (39) e David (10). Tra le rivali per l’alta classifica del Cavalluccio, per ora solo il Pescara ha utilizzato maggiormente i giovani nati dal 2003 in poi: 788 minuti con sette ragazzi. Poi c’è la Spal, che ha totalizzato 356 minuti con cinque giocatori. Ma il Cesena è l’unica squadra ad aver già schierato cinque giovani cresciuti in casa. Un primato inavvicinabile.