Calcio C, verso Cesena-Rimini. Il bianconero Tommaso Berti: "Non vedo l'ora di giocare il derby"

Lunedì Tommaso Berti festeggerà i due anni dal debutto da titolare in Serie C con la maglia del Cesena allo stadio Zecchini di Grosseto, davanti a pochi intimi, in un sofferto 0-1 firmato Bortolussi. Un giorno prima, al Manuzzi, giocherà invece il suo primo derby da professionista contro il Rimini con un contorno completamente diverso: «Non vedo l’ora - ammette - soprattutto per noi giovani è un derby molto sentito, anche se io l’ho giocato solo una volta nel settore giovanile prima dello stop per Covid nella stagione 2019- 2020».

E come andò a finire?

«Giocavo nell’Under 16 con Biserni allenatore e perdemmo 1-0, poco dopo fermarono il campionato. Non ricordo tanto, ma di sicuro non fu una grande partita».

Grande è stato invece il suo inizio di stagione. Se lo aspettava?

«Da quando sono tornato la voglia di restare era tanta, fin dal primo giorno. Il mio unico obiettivo era proprio questo, mentre il mio unico sogno era godermi serate come quella contro la Spal o contro l’Ancona».

Nelle prime cinque giornate è sempre sceso in campo: tre volte da subentrato e due volte da titolare, ha firmato un paio di assist ed è entrato velocemente negli ingranaggi del Cesena. Sente più fiducia rispetto a uno o due anni fa?

«Quando giochi acquisti fiducia ma anche conoscenze. Impari, migliori, prendi consapevolezza, aumentano anche carica ed entusiasmo. Ma la vera differenza è un’altra».

Quale?

«Nella mia vita non avevo mai giocato in uno stadio così, perché due anni fa l’atmosfera era completamente diversa per colpa delle restrizioni. Ecco, giocare in questo stadio mi rende orgoglioso di essere cesenate. Io un Manuzzi così lo avevo vissuto da raccattapalle sotto la curva Mare oppure da tifoso in gradinata, mai da calciatore in campo. Viverlo da dentro è come entrare in una bolla dentro la quale ti senti praticamente invincibile e più forte. Io sento una spinta particolare quando gioco al Manuzzi, la spinta della nostra gente, una spinta che percepisci solo da calciatore».

Da raccattapalle e da tifoso quali sono i suoi ricordi più belli?

«Se parliamo esclusivamente di atmosfera, lo scorso anno con la Reggiana c’era uno stadio da brividi. Però io ricordo due giornate speciali. La prima da raccattapalle nel 2016, quando avevo 12 anni: Cesena-Pisa 2-0, doppietta di Rodriguez, che al 95’ chiude la partita e viene a esultare proprio sotto la curva Mare, dove ci sono anche io. La seconda da tifoso in gradinata: Cesena-Francavilla 2-0, la prima volta al Manuzzi in Serie D. Io giocavo nell’Under 16 ed ero al posto dei ragazzi che hanno sfilato mercoledì sera prima della nostra partita con la Spal. Un’emozione indescrivibile».

Torniamo al campo. Un anno dopo, che Cesena ha ritrovato?

«Ho lasciato un bel gruppo, ho ritrovato una grande famiglia, ancora più unita e ancora più forte. La nostra forza è il mix che si è creato tra chi ha maggiore esperienza e noi giovani».

E che cosa è cambiato con Toscano a livello tattico?

«Ci muoviamo tanto e non diamo punti di riferimento, con il nostro movimento riusciamo a essere più incisivi».

Cosa si è portato dietro dall’esperienza alla Fiorentina?

«Mi sento cresciuto tanto a livello fisico ma anche mentale, un anno fuori casa mi ha dato una bella spinta. E poi mi sto portando dietro alcuni insegnamenti di Aquilani nella gestione della palla».

Se chiude gli occhi e ripensa al primo Berti di due anni fa, oggi in cosa si sente cambiato?

«Due anni fa ero un ragazzino più gracile e soprattutto meno cattivo. Devo ancora crescere, ma oggi mi sento più cattivo. E poi mi sento più pronto nella gestione delle due fasi della partita».

Domani affronterà per la prima volta il Rimini da “grande”. Un anno fa aveva visto i due derby vinti dal Cesena?

«Quello dell’andata no, vidi solo gli highlights con lo splendido gol di Corazza. Al ritorno vidi la partita sul cellulare. Il gol di Prestia e lo stadio mi fecero un grande effetto dal telefonino, ho invidiato chi era al Manuzzi».

Da cesenate è il derby che sente di più?

«Beh, quello contro il Bologna in Coppa è stato bellissimo. Chi ha vissuto il Cesena in A risponderebbe Bologna, io per ora dico Rimini».

Lo sapeva che era da 20 anni che il Cesena non schierava sei ragazzi del settore giovanile in prima squadra?

«Ho letto e sono contento che oggi sia di nuovo così. Per me giocare con i miei compagni è speciale. Con Giovannini gioco dal primo anno nei Pulcini, abbiamo fatto insieme tutta la trafila: da piccoli andavamo in gradinata, l’altra sera ci siamo dati il cambio in campo. Poi ci sono Pieraccini e David, che sono arrivati al secondo anno e infine Francesconi e Cristian. È una sensazione meravigliosa, difficile da descrivere».

Domani che derby si aspetta?

«Mi aspetto un derby acceso, vivo, con un grandissimo pubblico. Il Rimini non molla mai e soprattutto davanti è forte. Dovremo stare attenti».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui