L’estate 2022? E’ un ricordo molto lontano. Per tanti motivi, rispetto a 12 mesi fa, il mondo del Cesena è cambiato e oggi, a meno di una settimana dal raduno che inaugurerà la stagione 2023-2024, ci sono molte differenze rispetto alla scorsa estate. Alcune prevedibili, altre decisamente meno.
Mercato
Nel confronto con un anno fa, la prima novità che balza all’occhio riguarda giocoforza il mercato. Doverosa premessa: l’estate 2022 è stata la prima a carico della proprietà americana, che ha prima promesso a parole e poi mantenuto con i fatti l’obiettivo fissato a metà maggio dopo l’eliminazione contro il Monopoli ai play-off, ovvero rivoluzionare la squadra alzandone drasticamente il livello con investimenti mirati e importanti. Non è un caso che un anno fa arrivarono 18 giocatori nuovi e ne partirono altrettanti per un massiccio rimpasto affidato alle mani di un’altra new-entry, Domenico Toscano, al quale venne affidata la panchina. A meno di una settimana dal via, un anno fa a Cesena erano già arrivati Albertini, Mercadante, Kontek e Chiarello e prima del ritiro sarebbero arrivati in rapida successione anche il futuro capitano Bianchi, Minelli, Adamo e Prestia, tutte operazioni già imbastite all’inizio del mese di luglio e perfezionate subito dopo. Oggi la situazione è completamente diversa. Non servono 18 giocatori nuovi e nessuno si aspetta una rivoluzione, ma ad appena sei giorni dal ritiro c’è addirittura la possibilità di arrivare al raduno senza alcun volto nuovo. Per ora non sono state definite operazioni in entrata, al netto delle strategie messe in piedi da Fabio Artico. L’obiettivo dell’ex direttore sportivo dell’Alessandria è rinforzare innanzitutto i due reparti più deboli dello scorso anno (portieri ed esterni di centrocampo), per poi infilare almeno un pezzo da novanta negli altri settori, al netto di eventuali uscite pesanti (Ciofi e Stiven Shpendi), che obbligherebbero Artico a raddoppiare le entrate in difesa e in attacco. La strategia è giusta, ma… Non aver ancora operato in entrata non significa per forza aver ridimensionato i programmi. Anzi, proprio perché serviranno rinforzi forti e mirati, c’è la necessità di non sbagliare e quindi di non affrettare le scelte, ma è altresì evidente che dal punto di vista delle tempistiche oggi il Cesena sia decisamente più in ritardo rispetto a un anno fa e che al nuovo responsabile dell’area tecnica non sia ancora stato comunicato il budget ufficiale.
Gerarchie e incarichi
E qui si apre la seconda considerazione, legata alla riorganizzazione interna citata nel comunicato firmato dalla proprietà due settimane fa. L’estate 2022 è filata via fluida e veloce: un nuovo direttore sportivo (unico punto in comune con quest’anno), un nuovo allenatore, 18 volti nuovi e ambizioni sbandierate ai quattro venti dagli uffici della presidenza. Oggi la storia è diversa: la famiglia Aiello, che detiene il pacchetto di maggioranza di Jrl, ha sfiduciato Robert Lewis, che però resta ancora in sella, con un contratto da Ceo fino al prossimo 31 dicembre. La famosa “fase di transizione” - come è stata definita nel comunicato - sta durando troppo, perché la rottura tra le due parti pare insanabile, e soprattutto sta portando pochi risultati: uno di questi è l’accordo raggiunto a fil di sirena con il Campus Cesena Sport per l’utilizzo di Martorano (fondamentale), mentre in precedenza era stato ufficializzato il ritorno di Erreà come sponsor tecnico dopo il discusso addio con Kappa. E poi? E poi restano ancora diversi dubbi: la casella vacante riservata al nuovo responsabile del settore giovanile (oggi è il 6 luglio…), il ruolo che dovrà ricoprire il confermato Stefano Stefanelli, pronto a diventare direttore generale senza che però nessuno lo abbia mai comunicato ufficialmente, la posizione di Massimo Agostini, legato al Cesena da un altro anno di contratto, il budget definitivo per il mercato. Dalla rivoluzione totale dell’estate 2022 all’immobilismo parziale di oggi sono passati solo 12 mesi. Ma sembrano decisamente di più.