Brisighella, ossa nel sacco: si indaga per sottrazione di cadavere

L’ipotesi di un omicidio sembra la più remota fra le possibili spiegazioni del giallo delle ossa umane rinvenute lunedì mattina nelle colline di Brisighella da un gruppo di escursionisti del Bolognese.
Proprio le condizioni dei reperti trovati dentro un sacco di plastica, apparentemente risalenti ad almeno una decina di anni fa e appartenenti a due scheletri, spostano il focus dell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Marilù Gattelli verso altre possibili fattispecie di reato. Fra quelle nell’alveo delle possibilità per il caso specifico, compare quella ascritta all’articolo 411 del codice penale, che punisce “chiunque distrugge, sopprime o sottrae un cadavere, o una parte di esso”.
Si rischia da due a sette anni e la pena è aumentata se il fatto viene commesso in cimiteri o in altri luoghi di sepoltura.
Le condizioni dei reperti
La riflessione va focalizzata infatti sulle condizioni e al contesto in cui i reperti sono stati trovati. Le ossa erano in prossimità di un cunicolo; alcuni frammenti erano a terra, mentre la maggior parte era contenuta all’interno del sacco nero di plastica. A un primo esame visivo, non sarebbero emerse tracce evidenti di traumi, se non fratture classificate come post mortem. Così come l’apparente nascondiglio trovato, mal si conciglia con l’intenzione di fare sparire due cadaveri.E’ dunque probabile che le indagini dei carabinieri (al momento del ritrovamento sono intervenuti i militari della locale stazione e i colleghi dell’Investigativo) passino al setaccio eventuali cimiteri o luoghi di culto presenti nella zona, nell’ipotesi plausibile di un qualche saccheggio più o meno recente, in cerca di oggetti preziosi.