Brisighella, nuovo rifugio per escursionisti

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Una struttura che combina la memoria delle lotte partigiane all’attualità sempre più sentita del vivere all’aria aperta e dell’escursionismo, pratiche che in questi ultimi anni hanno avuto un input ragguardevole. Si tratta dell’inaugurazione a Ca’ Malanca, dove sorge il Centro di documentazione della Resistenza, di un bivacco per gli escursionisti.

In pratica un ricovero di emergenza, ex deposito attrezzi, in gestione autonoma da parte di chi ne vuole fruire, perciò sempre aperto e accessibile a coloro che si trovano in zona e necessitano di un riparo: magari colti da una tempesta di neve o al sopraggiungere delle tenebre.
L’edificio in sasso, recuperato secondo le tecniche in uso nella prima metà del secolo scorso, è compreso nell’agglomerato rurale di Ca’ Malanca, sotto il monumento. L’intervento a cura dell’Unione Faentina con un contributo regionale ha visto il rifacimento anche del tetto della vicina foresteria.

E’ la prima struttura di questo tipo nell’Appennino faentino e può essere intesa anche come tappa sul sentiero 505 del Cai ed essere ancora più interessante come “stazione” sul Cammino di Dante che collega Ravenna a Firenze. Quindi sono da cogliere i riflessi esercitati sul richiamo turistico per coloro che fanno dell’escursionismo una vacanza della durata di più giorni.
Le colline sono piene di vecchi capanni attrezzi, case semi diroccate, costruzioni abbandonate, perciò questo piccolo esempio può rappresentare l’inizio di una rete di ripari sparsi che certo potrebbero incontrare le esigenze dei praticanti del trekking.

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