Boxe, Signani prepara l'anno dei grandi sogni

di CRISTOPHER LEONI

A meno di cento giorni dalle 42 candeline (li compirà il 5 giugno), Matteo Signani è più carico che mai per la prossima difesa ufficiale del titolo europeo dei pesi medi conquistato uno anno e mezzo fa e mantenuto con successo lo scorso ottobre.

Il prossimo avversario del pugile savignanese sarà lo spagnolo Ruben Diaz, classe 1979 come Signani che tenterà nuovamente l'assalto alla massima corona continentale dopo la sconfitta rimediata dal polacco Szeremeta nel settembre 2018.

Giaguaro contro Destructòr

Sono ancora da determinare data e sede ma una cosa è certa: sarà Giaguaro contro Destructòr (questo il soprannome del lottatore iberico). «Diaz - esordisce Signani - è un picchiatore che sa come far male, un lottatore massiccio che ho già cominciato a studiare per capirne i punti deboli. Sarà una battaglia a cui arriverò senza passare dalla difesa volontaria che era in programma inizialmente per maggio in Francia: la situazione sanitaria non era buona e anch'io, a tal proposito, ho dovuto affrontare un altro duro incontro».

La lotta contro il Covid

Lo scorso mese, infatti, Signani è stato messo alla prova da un avversario che non conosce categoria di peso: «Anch'io mi sono ammalato di Covid, e non è stato un nemico facile: un giorno inizio a sentirmi giù di forma e alla sera mi butto sul divano in preda ai brividi. Il mattino seguente mi sveglio con 39.5° di febbre. Sono stati 4-5 giorni molto impegnativi fatti di dolore ovunque e febbre sempre alta, addirittura il tampone fatto 17 giorni dopo è risultato ancora positivo, la carica virale era piuttosto elevata, ma alla fine sono guarito e ora sto alla grande. Non sono mai stato così bene, dico sul serio. L'unica piccola differenza rispetto a una quindicina di anni fa sono i tempi di recupero un po' più lunghi ma, per quanto ai cappelletti della mamma non si possa dire no, seguo una disciplina ferrea e mi alleno dalle 10 alle 12 volte ogni settimana alla Ringside di Rimini insieme al coach Gianmaria Morelli, a Daniel Scarpellini e al preparatore atletico Nicola Zignani, senza i quali non sarei ciò che sono sul ring, così come Meo Gordini, che non è più al mio fianco nei match ma che mi sta ancora dando una grossa mano. Anche lui ha contratto il virus e anche lui lo ha sconfitto, da grande combattente».

L’anno dei sogni

Se il 2019 è stato l'anno della consacrazione e il 2020 quello della conferma, il 2021 può essere l'anno in cui può cominciare a materializzarsi l'impensabile: «Premetto che si deve ragionare un match alla volta e vivere alla giornata, ma è anche vero che battere Diaz sarebbe un bel trampolino di lancio. Dopo la mia difesa contro Beaussire sono salito al settimo posto nel ranking Wbc e all'ottavo in quello Ibf, due graduatorie mondiali. Con due difese ufficiali vittoriose potrei scalare la classifica quanto basta per puntare al titolo mondiale, chissà. Ad oggi non ci penso ma sarebbe la realizzazione di un altro sogno. Ma per coronarlo ci sarà da sudare ogni singolo giorno: mi devo allenare di più, con più intensità, perché tutti mi vogliono battere. Bisogna soffrire di più ma sono più che pronto a farlo».

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