Borghi, trovata nel muro lettera scritta nel 1950

Archivio

Una bottiglia “nascosta” nel muro dopo 73 anni restituisce una bella storia familiare. Correva l'anno 1950 quando un borghigiano ha pensato di lasciare un messaggio ai posteri. Una lettera scritta in bella calligrafia in più pagine, racchiusa in una bottiglia di vetro, e “murata” in casa.

La famiglia

La famiglia Serpieri ha vissuto per 5 secoli a San Giovanni in Galilea. Claudio Serpieri era un agricoltore e con il fratello Aldino avevano sposato due sorelle: Attilia ed Emma Oliveti. Nel 1950 si costruirono la casa per stare tutti assieme con i figli e la mamma Maria Magnani di 66 anni. La casa con sacrifici venne costruita sempre in località San Giovanni Galilea. La famiglia di Claudio contava al momento tre figlie: Sandra, Maria Teresa e Colomba mentre una quarta figlia, Irene, arrivò poco dopo. La famiglia del fratello Aldino contava invece sei figli: Mafalda, Maria Giovanna, Tina, Maria Luisa, Michelino e Margherita, a cui seguirà Marcello, il più piccolo. Durante i lavori di costruzione della casa Claudio decise di chiudere una lettera dentro una bottiglia, poi murata in una parete, rivolta probabilmente ai nipoti o a coloro che avessero rinnovato la struttura.

Il contesto generale del 1950

«Questa casa è stata costruita da Serpieri Claudio e Aldino, fratelli, di anni 42 e 40 - è il testo rimasto segreto per 73 anni - La costruzione è stata cominciata in primavera 1949 e terminata nell'interno nell'anno santo 1950. La spesa si è aggirata sui tre milioni di lire. Il capomastro è stato Gaetano Braschi di San Giovanni come tutti gli altri muratori. Siamo già a 5 anni di distanza dalla fine delle seconda guerra mondiale, guerra fatta dalla Germania nazista di Hitler e insieme all'Italia fascista di Mussolini, contro tutto il resto del mondo e dopo sei disastrosi anni la guerra è stata perduta dalla Germania e dall'Italia. Con la guerra l'Italia ha perduto quasi tutte le sue colonie, compresa l'Abissinia conquistata nel 1936».

Il contesto familiare e l'augurio

«La stirpe dei Serpieri è vissuta da padre in figlio per 5 secoli nella casa paterna - ha aggiunto - lasciata da noi per essere un poco più vicini alla strada buona, 10 anni or sono, in fondo a via Iola, numero 77. Chi leggerà questo scritto si ricordi dei Serpieri che con tanti sacrifici si sono costruiti questa casa. Addio generazioni che venite e Iddio vi protegga», firmato Claudio Serpieri.

Il ritrovamento

Nei giorni scorsi è avvenuta la scoperta della bottiglia nel corso di una ristrutturazione da parte di una nuova proprietà: «Abbiamo venduto la casa – affermano le figlie, tutte abitanti ora fuori zona – Nostro padre ci aveva confidato di aver lasciato una lettera in un muro interno senza indicarci il punto preciso. Alla nostra domanda su cosa c'era scritto ci aveva detto genericamente che c'erano i dati di chi aveva costruito la casa. Così, quando abbiamo trasferito l'immobile, avevamo avvisato i nuovi proprietari che se avessero rimosso quella parete di controllare se ci fosse una bottiglia. Ma non sapevamo cosa ci fosse scritto realmente e se mai potesse tornare alla luce. La costruzione della casa nuova era stata fatta anche per avvicinarci alla strada principale di due chilometri e mezzo. Questo ci permetteva di andare a piedi a scuola a Sogliano facendoci “solo” due chilometri e 200 metri». «Quando ci hanno consegnato la lettera ancora ben conservata quasi non ci credevamo. Ci siamo commosse, come pure si sono emozionati tantissimo i nostri cugini. Ringraziamo i proprietari attuali per aver ritrovato la lettera e siamo sempre più fiere di nostro babbo, un agricoltore dal cuore d'oro che assieme alla mamma, si sono sacrificati tanto per farci studiare. Lui non l'aveva potuto fare, ma leggeva i giornali e stava informato su tutto, così non ha mai lesinato per pagarci scuole e collegi vari».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui