Bonci, il cartellone si apre con l'opera "Suor Angelica" di Puccini

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All’insegna dell’opera, affrontata in una chiave didattica dal Conservatorio Bruno Maderna diretto da Laura Pistolesi, si apre il cartellone del teatro Bonci di Cesena; il teatro comunale intitolato a uno dei tenorissimi del primo Novecento, sabato 1 ottobre alle 21 invita gratuitamente alla visione di “Suor Angelica” di Giacomo Puccini (1858-1924). L’opera è introdotta alle 18 nel foyer da un ascolto curato da Guido Barbieri. Sempre sabato riapre, dopo due anni, il Caffè del Teatro con un progetto di gestione di tipo nuovo, inclusivo e formativo.

Il titolo

«Puntiamo – dice l’assessore Carlo Verona – a tenere in forte considerazione le realtà locali; per il nostro conservatorio non è una novità il rapporto con l’opera e la città». Il Maderna dunque da il “la” alla stagione con l’opera “Suor Angelica” di Giacomo Puccini. In scena un cast di sedici voci femminili del Maderna, tra soliste e coro, a cominciare dalla “Suor Angelica” georgiana di Tbilisi Tamar Otanadze, e dalla “zia Principessa” la turca Tugce Karatepe, oltre a un’orchestra di sessanta elementi diretta da Paolo Manetti; la regia è di Alfonso Antoniozzi, mentre il team “Scenicamente” di Marcello Morresi guida altri allievi alla costruzione scenografica; per i costumi c’è una collaborazione con la Fondazione del Comunale di Bologna e della Bsmt accademia di musical.

«Tengo a precisare che la nostra “Suor Angelica” è il risultato di un lavoro didattico – fa sapere il regista Antoniozzi –, non ha fini produttivi. Abbiamo scelto questo titolo perché nel nostro conservatorio abbiamo una maggioranza di ragazze che studiano rispetto a una sparuta presenza maschile. L’intenzione è di portare tutte le nostre allieve sul palcoscenico. Quanto il pubblico vedrà, è frutto del solo conservatorio; l’unica voce esterna al Maderna l’abbiamo scelta da un altro conservatorio».

La trama

L’atto unico “Suor Angelica” è un’opera tardiva di Puccini; fa parte di un trittico con “Il tabarro” e “Gianni Schicchi” composto durante la Grande guerra, per il quale il musicista voleva collaborare con D’Annunzio, ma non riuscì. L’opera debuttò al Metropolitan di New York il 14 dicembre 1918. Racconta della giovane Angelica costretta a farsi monaca per forza, in seguito a una gravidanza. La suora diventa erborista del convento. Sette anni dopo passa a trovarla la zia Principessa, Angelica palpita per avere notizie del suo bambino che le è stato strappato. La zia, con freddezza, passata unicamente per una firma sull’eredità in vista del matrimonio della sorella, le dice che il bambino è morto da due anni di «fiero morbo». A quel punto la suora decide di uccidersi con un decotto, chiedendo perdono alla Madonna per il suicidio. Morente, otterrà la grazia celeste della Vergine che le porta il bambino.

«La musica è meravigliosa – aggiunge Antoniozzi –, Puccini era uno straordinario orchestratore senza il quale, credo, non avremmo avuto le colonne sonore del cinema».

“Suor Angelica” e il Maderna

Debuttò nel giugno 1998 la prima “Suor Angelica” del Conservatorio Maderna al Bonci; all’epoca in forma di dittico presentata insieme a “Il tabarro”. L’allora direttore Giovanni Bartoli puntava a lanciare l’opera lirica nei conservatori dove non era materia di studio; incontrò un sostegno istituzionale e la Fondazione Cassa di Risparmio che a Cesena favorì la venuta del corso di Scenografia dell’Accademia di belle arti di Bologna. Altri tempi, altri investimenti, ma forse occorrerebbe un rilancio più deciso al Maderna, didattico e produttivo, del melodramma, vanto dell’Italia nel mondo.

Gratuito
Info: 0547 355959

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