È il testamento in cui lasciare scritte le “volontà” sanitarie in caso non sia più possibile esprimere il proprio consenso. Tecnicamente: “Disposizioni anticipate di trattamento”. Bene. Ventisette Comuni su ventisette, sui propri portali istituzionali, forniscono informazioni non complete, precarie o assenti. Lo denuncia l’Associazione Luca Coscioni.
“Manca tutto o quasi”
«Essere informati sul testamento biologico è un diritto, ma molti Comuni riminesi ancora non lo garantiscono». Inizia così la “critica” firmata dall’Associazione Luca Coscioni nella quale si ricorda la legge del 2017 sulle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat o biotestamento) grazie alla quale ogni Comune permette di depositare le Dat dei cittadini in «previsione di una possibile futura incapacità ad auto-determinarsi».
“Non ci siamo proprio”
Una ricerca condotta dalla “Cellula Coscioni Rimini” ha svelato un quadro un filo trascurato. «Una nostra indagine dello scorso anno ha evidenziato come nei siti istituzionali mancassero completamente le informazioni basilari sul biotestamento. A novembre contattammo tutti i Comuni per suggerire come potere migliorare l’accessibilità delle informazioni sulle Dat». Risultato? «Su 27 Comuni in ben 15 sul sito istituzionale ancora non è presente alcuna informazione o riferimento sul tema, nei 12 in cui la pagina è presente le informazioni non sono sempre complete e solo in 2 si fa menzione della possibilità di deposito diverso dalla modalità scritta». Brillano Verucchio e Casteldelci che «grazie al nostro contributo» hanno inserito le informazioni da febbraio.
I vuoti istituzionali
Marina Sgreccia è responsabile della “Cellula Coscioni Rimini” e in questo momento non ha intenzione di stilare la lista dei “buoni e cattivi”. L’obiettivo è fare in modo che i cittadini siano informati e in questo senso l’associazione offre la propria collaborazione. Se esistono vuoti istituzionali non succede per principio. «Semplicemente è un argomento che viene rimosso - spiega -. Ci sono momenti di grande risonanza al di là dei casi che destano clamore, poi torna il silenzio. Non credo ci sia una volontà precisa di disinformare i cittadini, viene considerato un argomento marginale, ma da quell’imbuto lì dobbiamo passare tutti e se tutti compilassimo il testamento biologo sapremmo come camminare in quell’ultimo pezzetto di strada. Non si tratta di scegliere come morire, ma come trascorrere l’ultimo pezzettino della nostra vita».