Quarantasette? Morto che parla sarebbe la facile risposta. Invece 47 sono i titoli italiani conquistati da Iuri Minoccheri, forlivese classe ‘70 che a fine maggio a Cervia, vincendo il Master Goriziana per il terzo anno di fila (il riminese Mussoni battuto in finale), si è laureato campione d’Italia per la 47ª volta. Un primato pazzesco di un personaggio incredibile.
A Forlì si gioca a calcio, basket, volley, perché il biliardo?
«Diciamo che sono figlio d’arte, negli anni ‘80 andavo a vedere mio babbo che giocava nei biliardi con le buche, mi sono appassionato e da lì a poco ho cominciato. Ho solo dovuto aspettare di avere 13-14 anni per poter iniziare con le gare».
Buche o senza, c’è differenza?
«Eccome, con le buche si gioca sul punto e la bocciata. Adesso che giochiamo senza, tutti tirano come dei dannati, appena c’è l’ombra di una palla si tira. Non dico che non sia bello, anzi, per chi lo guarda da casa è più interessante, però…».
I suoi inizi e la sua prima vittoria?
«Al bar di Bussecchio (dove Iuri è il titolare, ndr) già a quei tempi c’erano tanti bravi giocatori, buoni insegnanti. Io ho vinto la mia prima gara a 17 anni a Forlimpopoli, la famosa Segavecchia, in quegli anni era la gara più importante d’Italia con circa 600 iscritti. Da lì è partito tutto. Nei primissimi anni ‘90 sono cambiati i biliardi, il gioco è totalmente differente, ma io ho cominciato a vincere subito anche su questi. Poi dal ‘94 sono entrato nella categoria Master e non sono più uscito».
Boccette o Goriziana cosa preferisce?
«La Goriziana è un gioco dove si tira ma non solo per fare i punti, boccette è un gioco cambiato con il passare del tempo. Fino a dieci anni fa bocciavo col pallino corto, andavo a spasso. Adesso nessuno va a punto e io sono sempre sotto tiro, non ho mai cambiato le mie caratteristiche, ho sempre fatto una bocciata corta, è 30 anni che tiro così, non sono mai stato un killer. Adesso è diventato sempre più difficile fare i filotti, ora la cosa la fanno tutti e si rischia di perdere anche da un avversario che sulla carta si dovrebbe battere senza problemi».
Ma quando qualcuno batte Minoccheri?
«Tutti cercano di rendermi la vita difficile, quando mi battono arrivano nel bar e fanno un figurone. Scherzi a parte, nella mia carriera ho una media vittorie del 76%, avranno cambiato dieci regolamenti diversi e io ho vinto almeno in nove».
Ha ancora un obiettivo in carriera, arrivare a 50 scudetti?
«Dei 47 titoli, almeno 30 importanti e qualche altro lo archivio tra i minori. Io avevo un grande obiettivo, vincere i due Master in un’annata sola, boccette e goriziana. Ci sono riuscito, emulando un altro grande romagnolo come Angelo Corbetta del Taverna Verde».
Romagna caput mundi nel biliardo?
«Sì, diciamo che questo sport da sempre è a forte connotazione romagnola, sono contento che le Marche stanno recuperando terreno, mi è piaciuto il progetto della federazione che è entrate nelle scuole per avvicinare più giovani possibili a questo gioco, sperando che qualcuno si appassioni».
Chiudiamo in bellezza: è mai salito sulla ribalta internazionale?
«Sì, quando il biliardo entrò nel Coni, nel 96-’97 ho partecipato al campionato mondiale di boccette a Milano: c’erano almeno quindici nazioni e ho vinto io». C’erano dubbi?