Settantasette giorni dopo la Virtus Imola è di nuovo al lavoro. Pronta per stupire ancora. Ieri pomeriggio, nel solito catino “infuocato” (questa volta solo per la temperatura) del Pala Ruggi si è ritrovata la squadra giallonera, a due mesi e mezzo da quell’incredibile garacinque del 1° giugno che ne decretò la salvezza ai danni di Ancona: «Penso che a maggior ragione oggi si possa parlare di mezza promozione – esordisce il tecnico Marco Regazzi – ci attende una stagione estremamente complicata, con un campionato folle e spericolato visti i roster allestiti da tutte le partecipanti. Dovremo giocare 34 partite, con 6 turni infrasettimanali e tanti viaggi lunghi, che ci costringeranno ad uno sforzo organizzativo importante, al di là di quello economico per il club. Sono scesi di categoria tanti giocatori dall’A2, lo straniero farà la differenza molto di più di quanto si possa pensare adesso e tutti vorranno centrare il proprio obiettivo. Noi proveremo ancora a stupire i nostri tifosi».
Squadra lunga e staff rinforzato
Va sempre alla sostanza l’allenatore virtussino e così, al di là dei tanti nuovi acquisti (ieri mancava solo il lituano Balciunas, in arrivo il 1° settembre), pone l’accento su due elementi non scontati: «Nelle mie corde, ormai da tempo, c’è l’idea di creare un roster il più lungo possibile, con 10 elementi in grado di dare almeno 20’ a partita di intensità pura, davanti e dietro. L’anno scorso non ci riuscimmo, complice la partenza in ritardo sul mercato dopo la promozione e i tanti infortuni: abbiamo avuto qualcosa come 23-24 assenze importanti nella stagione regolare e speriamo che in questo campionato possa andare meglio. Tutte le scelte sono state condivise con la società e nascono dal confronto con il direttore sportivo Carlo Marchi. Poi ringrazio la dirigenza per avere rinforzato lo staff con un preparatore atletico come Marco Rorato (l’anno scorso all’Andrea Costa, ndr), che ritengo un fondamentale valore aggiunto, assieme al dottore Cuzzani e a tutte le altre persone arrivate nel corso dell’estate. Sulla squadra, ripeto, l’idea è di poter avere le rotazioni più ampie possibile. In tal senso sono sereno, non tranquillo perché è un aggettivo che non mi si addice. Abbiamo messo dentro energia, fisicità, talento ed esperienza».
Pile ricaricate
Nessuno incarna il dna virtussino meglio di Regazzi e allora diventa fondamentale capire se l’estate, dopo due stagioni molto dispendiose a livello mentale, gli sia servita per fare il pieno di energie: «Diciamo che mi sono ritemprato. L’ultimo campionato, con 8 retrocessioni, è stato il più duro di sempre e pure quello della promozione dalla C Gold non aveva scherzato. Ho pensato a me stesso, a curare le mie ferite e sistemarmi anche sotto il profilo fisico. La rivalità cittadina, inutile negarlo, ha portato nei mesi scorsi tante pressioni e tensioni supplementari, ma adesso sono pronto a rituffarmi nella nuova stagione. Le motivazioni ci sono tutte, dovrò mantenere il solito decisivo equilibrio, nelle vittorie e nelle sconfitte».