Basket B, Andrea Costa, il punto più basso in 55 anni

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Il punto più basso in 55 anni di storia. A Castell’Arquato l’Andrea Costa ha detto addio, o forse arrivederci, ai “campionati veri”, coronando nel modo peggiore una stagione da dimenticare, contrassegnata nell’ordine dal sorpasso cittadino subito dai cugini della Virtus, da alcuni ko vergognosi (a cominciare da quello casalingo per mano dei derelitti Tigers) e dalla pochezza caratteriale di un gruppo incapace di prendersi quanto era ampiamente nelle proprie possibilità. Una garatre da 54 punti segnati, con il 31% dal campo e il 14% dall’arco, ha messo i puntini sulle i alla disastrosa serie giocata dai biancorossi, che hanno incassato un inequivocabile 0-3 marciando a 55.3 punti di media, con il 38% da 2, il 22% da 3 e il 55% ai liberi. In regular season, tanto per far capire come il tracollo sia stato in primis psicologico/emotivo, Imola aveva prodotto 68.5, 46%, 32% e 65%. Insomma, il gruppo e in particolare i leader hanno tradito.

Serata balorda

A Castell’Arquato, fra l’altro, è successo davvero di tutto, con Nunzio Corcelli e Kevin Cusenza, due dei pochi a poter uscire dal campo a testa alta, messi ko da incidenti vari. Il capitano ha fatto prendere un grandissimo spavento a tutti, svenendo su un violento contatto di gioco (testa contro gomito) e così non è potuto più rientrare, nonostante nell’ultimo quarto abbia provato in tutti i modi a convincere coach Grandi a ributtarlo in campo. E lì è stato bravo l’allenatore ozzanese a tenere duro, se è vero che poi Corcelli nel dopo partita ha dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso di Piacenza, rientrando solo nelle prime ore della mattinata a Imola dopo una serie di esami tutti negativi. Per non dire di Kevin Cusenza che, dopo 6’ del 3° quarto (con 7 punti segnati), si è procurato una pesante distorsione alla caviglia sinistra.

Contestazione e responsabilità

La cinquantina di ultras dell’Onda d’Urto presenti a Castell’Arquato ha sfogato la propria amarezza per la retrocessione in particolare contro il ds Alessandro Domenicali (contestato duramente e accompagnato fuori dal palasport sotto la scorta della Polizia), contro Alex Ranuzzi (9 punti di media, 35% da 2, 11% da 3 e 53% ai liberi nella serie) e contro il coach Federico Grandi. Quest’ultimo, di fronte ai giornalisti, si è coraggiosamente preso tutte le responsabilità per il risultato sportivo e per la pessima qualità del gioco offensivo espresso, chiedendo scusa ai tifosi imolesi e ribadendo di non sentirsi tradito dai giocatori. La sua vera colpa è stata quella di non aver mai messo i giocatori stessi di fronte alle loro responsabilità, sperando di “riscuotere” tanta fiducia al momento giusto e invece il suo “delfino” Montanari l’ha ripagato con una serie da 3.7 punti, il 14% da 2, il 15% da 3 e il 20% ai liberi. Il futuro dell’Andrea Costa è tutto da scrivere, ma quasi nessuno dei protagonisti, dentro e fuori dal campo, di questa disgraziata stagione avrà o vorrà avere un’altra possibilità. Tabula rasa.

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