Al “Carnera” per cercare di mettere immediatamente al tappeto un avversario poggiato sulle corde e piegato sulle ginocchia, impedendogli di rialzarsi ritrovando fiducia per iniziare, semmai, a sferrare lui una serie di pericolosi colpi. La terza sfida di semifinale tra Old Wild West Udine e Unieuro Forlì ora si disputa in casa di Alessandro Gentile e compagni e l’obiettivo dichiarato dei romagnoli è, come da premessa, provare a chiudere subito i conti per non rischiare di “svegliare il can che dorme”.
Si riparte a campi invertiti
E con la consapevolezza che, su un terreno che solo in questa stagione Forlì ha saputo espugnare dopo anni di sconfitte, la reazione emotiva dei friulani non sarà solo teoria, ma ci sarà. Saperla fronteggiare sin dalle prime battute del match diventerà, quindi, l’imperativo categorico dei ragazzi di coach Antimo martino che, comunque, in questa annata hanno dimostrato che anche le partenze meno brillanti non significavano un indirizzo definito alle gare. La capacità di riprendersi in corsa c’è sempre stata e anche su questa Forlì si fa forza nel ritenere di potersela giocare sino in fondo.
Cosa cambierà rispetto a Forlì?
Sicuramente ci sarà una maggiore presenza fisica dei padroni di casa, una più accentuata aggressività sulla palla e maggiore copertura dell’area sinora territorio di conquista dei biancorossi. Anche ricorrendo alla difesa a zona? Non è scontato, ma è un’opzione per coach Carlo Finetti, tanto più considerando le attuali, basse percentuali dalla distanza dei forlivesi. In attacco Udine che a sua volta ha tirato malino dall’arco e, soprattutto, ha tirato poco, potrebbe cercare di mettere immediatamente in ritmo Monaldi (grande assente sinora nella serie) e Briscoe con un ricorso maggiore alle conclusioni sul perimetro che possono spingere anche il tifo a dare una marcia in più alla squadra. L’Unieuro ne è consapevole e sa di dovere ancora una volta costruire le proprie fortune sull’impermeabilità difensiva. Mai, sinora, Udine ha realizzato 20 o più punti in un periodo di gioco. Tenerla nuovamente sotto questa soglia nei singoli parziali, aumenterebbe le chance di successo.
Alzare le percentuali
Oggi, però, è difficile pensare che l’Unieuro possa sbancare il “Carnera” e qualificarsi per la finale evitando di tornarci, senza un sostegno delle percentuali dal perimetro. In stagione regolare arrivò una vittoria importantissima per 81-92 grazie a una manovra attenta, senza forzature di tempi e situazioni, che portò a una valanga di tiri aperti, ma questi andarono a segno con un determinante 46%. Non serve una percentuale monstre di questo tipo, ma alta è necessaria di sicuro. Per non fare prendere fiducia ed abbrivio all’avversaria, per tenersi compatti e mettere in risalto, viceversa, le screpolature del (poco) collettivo friulano. Su questo ci si gioca tanto, forse tutto. La politica dei piccoli passi e dei micro-obiettivi da raggiungere per porsene di nuovi e ancor più ambiziosi, ha sempre portato bene all’Unieuro. Vivere questa partita come tutte le altre senza assilli sull’immediato futuro deve restare la regola. Perché anche questo può essere un vantaggio da far valere.