Basket A2, Pollone: "Unieuro, sappiamo da dove ripartire"

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“Nell’aria c’è, ancora, Pollone di te”. Arriva a rinfrescarla l’ufficializzazione della conferma di Luca Pollone in maglia Unieuro. Perché dopo la separazione da due elementi cardine dell’architettura difensiva di Antimo Martino quali Gazzotti e Penna, c’era bisogno di fare entrare un po’ di brezza dalle finestre per tenere sempre fresco il ricordo del super campionato appena concluso e alimentare concretamente la fiducia verso la stagione che verrà.

Pollone incarna in sé questa prospettiva, perché se c’è un giocatore che in campo ha dimostrato, per la sua concretezza e duttilità, di essere centrale nel sistema di Martino e sugli spalti si è guadagnato man mano l’apprezzamento unanime dei tifosi, questo atleta è lui. Prova ne sia il cuore in gola che tutti i sostenitori dell’Unieuro hanno avuto quando al 38’ di garauno della finale con Cremona, il suo ginocchio ha dato l’impressione di cedere. Così non è stato e il suo immediato ritorno in campo per garadue l’ha fatto entrare di diretto nel Pantheon dei miti, o quanto meno degli stoici. Quello di cui il “Toto” Forray della finale 2010 contro la Fortitudo è il nume tutelare.

«Un po’ di paura dopo quell’impatto con il parquet l’ho avuta, ma per fortuna non c’era nulla di lesionato ed era giusto stringere i denti e giocare. Adesso sento ancora un po’ di fastidio, ma col riposo si metterà tutto a posto».

Ora si stacca la spina ma dopo Ferragosto Pollone la riattaccherà. Sempre al Pala Galassi. «Ho subito accettato la proposta della società di rinnovare perché qui mi sono trovato bene, la Pallacanestro 2.015 è una realtà ambiziosa che vuole continuare a esserlo e ripartire con al fianco alcuni dei compagni di quest’ultima avventura è importante: ci sono una base solida e una volontà comune di provare a migliorare assieme».

Concetto che merita una riflessione più approfondita. Se la “base di partenza” tecnica ha un significato, ne ha uno diverso quella simbolica. Agli occhi di molti Forlì riparte da una vetta. Come andrà vissuto e interpretato il campionato 2023-2024? «Non sarà un campionato facile, il livello sarà ancora più alto con tante squadre che si attrezzeranno per il vertice. A priori nessuno parte vincente o potendo pensare di essere in grado di vincere sempre, ma neppure bisogna nascondersi e ritenere che gli altri siano per forza più forti di te. Quel che conta è costruire dalle fondamenta, dell’ultima stagione: impegno, lavoro in palestra per migliorare passo dopo passo, affrontare un’avversaria alla volta una settimana dopo l’altra».

E sulle aspettative che inevitabilmente si alzano, cita Antetokounmpo. «Il suo discorso dopo l’eliminazione di Milwaukee ha fatto scalpore, ma è così come dice lui. Se dopo due settimane di torneo la gente non vedesse la stessa squadra di questi ultimi play-off, non dovrà già considerarlo un fallimento. Non ripartiremo da zero, ma qualcosa cambierà e allora ci serviranno tempo e lavoro per ricreare le giuste alchimie. Forlì è cresciuta di pari passo alla squadra che vedeva in campo e noi lo abbiamo fatto con il clima e lo spirito che ci hanno accompagnato durante l’anno».

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