Basket A2, Pansa avvisa l'Unieuro: "So che Fabriano verrà fuori"

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Di nuovo avversari, dopo la grande paura che fece vivere alla neonata Unieuro nella semifinale play-off di serie B del 2016 quando, con la sua Valsesia, si portò avanti 2-1 nella serie con garaquattro in casa. L'impresa di batterla non riuscì a Lorenzo Pansa, ma si guadagnò gli applausi della tifoseria forlivese, quella che ritroverà domani al Pala Galassi sfidando i biancorossi con la Janus Fabriano che la scorsa estate ha portato in serie A2.
Un ricordo dolce-amaro per il tecnico originario di Casale Monferrato? «No, solo dolce - ribatte - fummo protagonisti di una grande annata e l'amaro in bocca per l'eliminazione alla bella è durato solo un'ora: uscimmo dal Villa Romiti tra gli applausi e quel feeling che si creò tra la mia squadra e il pubblico forlivese me lo porterò sempre dentro. Addirittura conservo come uno dei ricordi più belli, la foto della mia premiazione come migliore allenatore della serie B alle Final Four di Montecatini dove ricevo il premio con dietro il muro rosso dei tifosi dell'Unieuro che mi applaude».
Domani li ritroverà da allenatore di una piazza storica che ha riportato laddove è stata protagonista per tantissimi anni. Una città che ama profondamente il basket tanto quanto Forlì. «Quando nel 2019 accettai la proposta di Fabriano, mi colpì l'atmosfera, come si respirava pallacanestro in ogni angolo della città - spiega Pansa -. La stagione sospesa dal Covid fu incredibile, eravamo primi, portammo 700 tifosi a Rimini, poi l'anno scorso senza tifosi è stato straniante, ma quando venimmo promossi davanti a meno di 300 spettatori, in piazza scattò una festa incredibile che definirei di riscatto sociale. Ora il mio compito è preservare questo bene prezioso chiamato A2».
Anche perché lo stesso tecnico, che pure ha vinto una Coppa Italia con Tortona, sente «appartenenza e conseguente grande responsabilità verso questa società e questa tifoseria».
L'impatto con la categoria non è stato facile: appena 49 punti segnati in casa e ko con la Stella Azzurra, ora arriva la trasferta di Forli. «Siamo il classico cantiere, ma il gruppo crescerà, servono tempo e fiducia. Per ora patiamo al cospetto di squadre atletiche e arrembanti e andiamo a sprazzi: quando caliamo in ritmo, durezza e precisione, non siamo più la squadra che sappiamo di poter essere. Però abbiamo ragazzi di valore che devono solo ambientarsi o riambientarsi all'A2».
Discorso che vale soprattutto per Dwayne Davis, stellare a Jesi nel 2016-2017. «Non è più quello di allora, ma solo perché successivamente ha giocato anni a un livello diverso da quello italiano: tornerà ad alzare l'asticella, ne sono certo».
Tornando alla sfida con Forlì, Lorenzo Pansa sa che dovrà mettersi in trincea. «L'Unieuro mi piace tantissimo, non solo per come è stata costruita e ammetto di essere un fan di Hayes e Palumbo che ritengo essere un Fantinelli più forte, ma anche per come gioca: cose poco complicate, ma chiarezza di obiettivi. Per me delle quattro big del nostro girone è la più forte e non solo potenzialmente, ma già adesso. Cercheremo di metterla in difficoltà, ma ora dobbiamo pensare a dare una struttura a noi stessi prima di pensare a chi affrontiamo».

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