Basket A2, ora l'Unieuro ha voglia di lottare
Una sconfitta con 29 punti di scarto può fare meno male di una con un gap di 20? No, le sconfitte fanno male tutte allo stesso modo, anzi come l'Unieuro ben sa, quelle al fotofinish come a Ferrara, sono ancor più dolorose. Un ko con ben 29 lunghezze di disavanzo dagli avversari può, però, essere più accettabile e digeribile? Se il paragone è tra la Forlì di domenica a Scafati e quella di 15 giorni prima a Cento, la risposta è sì. Tra la partita persa al Pala Mangano e lo scivolone in casa della Tramec c'è una differenza sostanziale, non diciamo un abisso, ma quasi.
In Emilia si vide una squadra cozzare a testa bassa contro un muro difensivo, con poche idee e confuse, incapace ben oltre il primo tempo di costruire conclusioni pulite, in affanno e demoralizzata. Domenica, contro la capolista, anche nei momenti offensivamente più difficili, i ragazzi allenati da Sandro Dell'Agnello hanno mosso la palla, si sono coinvolti, hanno cercato i possibili vantaggi e hanno persino provato a correre. Cosa che, fino a dicembre, era una rarità assoluta in casa Unieuro.
Certo, ci sono state difficoltà a rimbalzo, con Daniel forse nella sua migliore serata stagionale a evidenziare il cronico limite di atletismo della rosa romagnola e ci sono state palle perse sanguinose come, soprattutto, quelle a fine primo tempo che hanno consentito ai campani di scavare il solco poi allargato nel prosieguo del match. Fondamentalmente, però, il divario finale è stato soprattutto figlio dell'esaurimento completo delle batterie, non di una Forlì deragliata e sfilacciata. Finché ci è riuscita, la formazione biancorossa ha realmente dato prova di volere lottare e di riuscire anche a farlo rimontando dal -20 al -12 a metà terzo periodo per poi, sì, commettere un paio di sciocchezze che hanno riallargato il gap. Definitivamente. Una squadra viva, insomma, non il de profundis di Cento. E questa è la sostanziale differenza che rende più digeribile un -29 che sicuramente pesa, ma che non suona come un triplice salto all'indietro rispetto ai due match precedenti, vinti con San Severo e Chieti.
Da questo l'Unieuro deve ripartire, da una ritrovata presenza mentale, da un'unità che sembrava una chimera e che, invece, si tocca. Il guaio è che il tempo stringe e il calendario non aiuta. Ora c'è tempo per inserire Kalin Lucas e per recuperare Lorenzo Benvenuti e specialmente quest'ultimo sarà basilare visto che il 3 marzo a Faenza nel derby con l'OraSì, il play-guardia di Detroit non potrà giocare. Il resto dell'Unieuro sì, però, e dovrà lottare sino in fondo per il successo per poi averlo nel mirino “senza se e senza ma” nel match seguente a Latina. Quando, auspicabilmente, sarà al completo e, allora dovrà iniziare la sua rincorsa. Fin dove porterà? Difficilmente tra le prime quattro, ma deve compiersi, mantenendo questa ritrovata voglia di lottare e remare tutti nella stessa direzione.