Basket A2: l'Unieuro si gode Pollone, il re del "lavoro sporco"

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La forza del collettivo, la chimica di gruppo e poi gli “sherpa del basket”, coloro che lavorano, e tanto, affinché le stelle possano brillare e conquistarsi i “titoloni”.

Ogni tanto, però, una menzione speciale va riservata anche a loro, ai Luca Pollone che tanta parte stanno avendo nei successi dell’Unieuro. Tre in fila dopo le due battute d’arresto con Pistoia e Torino che avevano fatto sorgere qualche dubbio sulla regolarità del passo dei biancorossi.

«Quella con Torino in Coppa Italia non era stata una partita deludente, ce la siamo giocata sino all’ultimo possesso, quindi non c’è stata necessità di reagire, ma solo di concentrarci su una partita alla volta senza pensare a quella precedente: questo dovrà avvenire sempre da qui a fine campionato» spiega l’ala dei romagnoli che nelle ultime due domeniche ha messo il bavaglio all’ex compagno di squadra Bernardo Musso e contribuito coi compagni a tenere l’attacco di Nardò, il migliore del girone, sotto standard.

Una prestazione da squadra matura, l’ha definita Antimo Martino. «Iniziamo a trovare questa maturità nel sapere trovare i nostri leader, coloro cui dare la palla nei vari momenti delle partite, a capire le debolezze degli avversari e a punirle sulla base delle nostre caratteristiche - spiega Pollone -. In questo processo dobbiamo ancora migliorare, però, evitando momenti di rilassamento come a inizio ripresa con Nardò quando abbiamo sbagliato alcune scelte, diventando attenti e responsabili sempre: questo si acquisisce con l’esperienza e gli insegnamenti dello staff tecnico e da qui passa forse la nostra piena maturazione».

Forlì, comunque sta vincendo e vedendo crescere il vantaggio su Udine quarta in classifica: per una squadra costruita da zero, siamo oltre le aspettative. Anche quelle di Pollone. «Pensavamo sarebbe stato più complicato anche solo trovare l’alchimia fuori dal campo che aiuta in palestra a fare con maggiore leggerezza anche le cose più stressanti: non pensavo avremmo creato un gruppo così coeso in così poco tempo. Vinciamo anche perché cerchiamo di giocare assieme, correndo pur senza essere la tipica squadra di ‘run and gun’ e al contempo la fase difensiva e l’atteggiamento che abbiamo sempre in campo sono tra le fondamenta del nostro percorso in campionato».

Lo stesso bel campionato, però, che stanno sfoggiando Pistoia e Cento. Tra loro l’Unieuro è un po’ l’intrusa? «Sanno che tipo di squadre sono perché non è il primo anno che stazionano in alta classifica, hanno ben chiari i propri obiettivi. Il nostro, invece, è competere ogni domenica pensando a farlo una gara dopo l’altra e le loro vittorie ci fanno stare più attenti e concentrati. Solo questo. Se iniziassimo a fare ragionamenti sul loro calendario e sul nostro, finiremmo per metterci i bastoni tra le ruote da soli. Il coach ci chiede solo di dare il massimo chiunque sia la nostra avversaria e la prossima è Ferrara. Poi andremo a Cividale e solo dopo a Cento: la classifica si guarda alla fine».

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