Basket A2, il vice Fabrizi: "All'Unieuro serviva uno come Sanford"

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Un’ultima sgambata e via, da oggi l’Unieuro si ritrova in palestra per preparare l’esordio in campionato che domenica la vedrà impegnata alle 20 (inizio posticipato per concomitanza della fiera “Commercianti per un giorno”) contro Mantova. Dal 18 agosto tanta strada è stata percorsa dal rinnovato gruppo biancorosso, ma è il momento di imboccarne un’altra, non diversa, ma che porti oltre. Perché è il momento di recepire il motto di Jack Kerouac: «Si può sempre andare oltre e oltre non si finisce mai».
Forlì, dunque, mette nel mirino ciò che più conta, il campionato della svolta. E lo fa con l’auspicio che quest’ultima possa essere realmente la prima settimana di allenamenti a ranghi completi. In pratica non era mai successo sinora come spiega il vice allenatore Andrea Fabrizi. «Se consideriamo che Sanford è arrivato giovedì e che il giorno dopo Cinciarini ha subìto una ginocchiata che per precauzione ci ha indotto a non utilizzarlo nel test di sabato a Cento, di allenamenti al completo ne abbiamo svolto appena uno. Ora Daniele dovrebbe recuperare subito ed esserci già oggi e “Vee” avrà una settimana per capire meglio dove si trova, i compagni, il sistema di squadra. E’ un giocatore molto intelligente, le prossime giornate le metterà a frutto».
Con Cinciarini fermo al pit-stop e Sanford in campo per 10 minuti giusto per rendersi conto del contesto nel quale dovrà inserirsi, l’ultima amichevole è servita soprattutto alla guardia americana per osservare e annotare dentro di sé. Anche Fabrizi, però, per dirla alla Rino Tommasi qualcosa ha scritto sul suo “personalissimo cartellino”. «È un giocatore esperto che deve capire la situazione, le caratteristiche dei compagni, ma sa leggere il basket e le qualità di chi gli sta al fianco e in questi giorni sta dando prova di saper sfruttare non solo le sue doti, ma esaltare le loro. A noi serviva un esterno che avesse trattamento di palla ed estro e lui è quel tipo di giocatore che sa creare, passare e finalizzare. Il tutto attaccando con pochi palleggi, senza fermare la palla».
Quest’ultimo aspetto, nel gioco di Antimo Martino, è tutt’altro che secondario e ora Forlì può lavorare con ogni tessera del mosaico al proprio posto. «È importantissimo, perché sinora abbiamo dimostrato a tratti una buona solidità e cerchiamo di aggiungervi fantasia e soprattutto, di trovare continuità limando gli alti e bassi - spiega Fabrizi -. Questo è possibile solo con la squadra al completo, quella in cui ognuno ricopre il ruolo che gli è più congeniale. Con l’assenza di uno straniero, infatti, abbiamo giocato spesso con Pollone da guardia o con Radonjic da ala piccola, ma i loro ruoli sono altri».

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