Basket A1 donne, la E-Work può tornare a pensare in grande
Oltre la salvezza. Superata Moncalieri (terza vittoria nelle ultime quattro partite) e con le sfide a Brescia e Valdarno all’orizzonte, la E-Work punta dritta al nono posto, sognando anche qualcosa in più. Contro le piemontesi, da segnalare la solita prestazione da urlo di Kunaiyi-Akpanah: 19 punti, 27 rimbalzi, 7 falli subiti e 42 di valutazione. Con 17.3 di media a gara (e sempre in doppia cifra in tutte le 15 gare), la nigeriana è la leader indiscussa delle carambole, non solo in Italia. Negli oltre 40 campionati di massima serie europei, nessuna giocatrice ha preso più rimbalzi di lei e solo una ha una media maggiore (Niya Mitchell, in Bosnia, viaggia a oltre 30 punti e 20 rimbalzi, ma ha giocato solo 7 partite).
Se Kunaiyi-Akpanah è una certezza, chi sta cercando di ritagliarsi un ruolo sempre più importante nel gruppo manfredo è Sara Run Hinriksdottir. “The Brave” ha dimostrato di avere in dote numeri interessanti, ma deve trovare continuità. «Mi sto lentamente adattando al basket di qui – afferma l’esterna islandese, alla prima esperienza in Italia – ogni giorno vado all’allenamento con il pensiero di migliorare, aiutare le compagne e farmi aiutare da loro. Il campionato è davvero competitivo, è una bella sfida giocare a questi livelli».
Hinriksdottir segna 8.6 punti a gara, ma contro Moncalieri ne ha messi 14, con un paio di canestri fondamentali. «Vorrei essere sempre più incisiva, sto lavorando molto su questo aspetto».
Ambientarsi nel campionato italiano non è semplice, ambientarsi nella città di Faenza, invece, è stato facile. «Amo la mia squadra e tutto quello che ci circonda». Domenica la E-Work sarà a Brescia per proseguire la striscia positiva. La rossa islandese è stata colpita da un attacco influenzale, ma al Palaleonessa ci sarà. «Approcciamo ogni partita con l’obiettivo di vincerla. Miglioreremo la nostra classifica».
L’attesa cavalcata non potrà prescindere dal contributo di Jori Davis, che dopo una serie di prestazioni sconcertanti, sabato sera ha dato significativi segnali di risveglio. Al di là delle cifre (14 punti con il 60% dal campo, 5 assist e 5 rimbalzi in 34’), la newyorkese è stata “dentro” la partita, ritrovando l’intesa con le compagne (micidiale l’asse con Kunaiyi-Akpanah) e prendendosi quelle responsabilità che è lecito aspettarsi da una straniera. Ma tutte le giocatrici hanno portato il loro mattoncino, seguendo la direzione indicata da coach Ballardini.