Basket A1 donne, Kunaiyi-Akpanah: "E-Work, vinciamole tutte"

Pallas Kunaiyi-Akpanah si sta confermando sempre più leader di una E-Work ancora discontinua, ma che mattone dopo mattone sta risalendo la classifica. Abituata a viaggiare a suon di “doppie doppie”, la lunga della nazionale nigeriana è stata fondamentale anche nella rocambolesca vittoria di mercoledì contro Moncalieri (23 punti con i canestri decisivi, 12 rimbalzi, energia e reattività a iosa). Un successo che ha proiettato le manfrede a quota 12, sempre più lontane dagli ultimi posti e con la nona piazza nuovamente nel mirino. «Abbiamo ancora cinque partite – dice Kunaiyi-Akpanah – di cui tre in casa. Anche grazie al calore del nostro pubblico, il sesto uomo in campo, possiamo vincerle tutte e avanzare. Geas, San Martino, ma pure Campobasso, sono battibili».

Intanto, domenica c’è la trasferta a Ragusa, contro una squadra più forte, che però sta attraversando un periodo di difficoltà. Tra infortuni e addii (via Tagliamento), le siciliane stanno collezionando sconfitte. «A Ragusa si può vincere, giocando a viso aperto e con la giusta consistenza mentale. Dobbiamo crederci e provarci». Pallas, che la società faentina ha fatto benissimo a confermare anche per la prossima stagione (Cupido l’altro rinnovo che sarà ufficializzato a breve) si dimostra umile. Con 15 carambole a gara è ovviamente la miglior rimbalzista della squadra e dopo le ultime prestazioni sta diventando anche la miglior marcatrice (11.1 punti contro gli 11.4 di Davis), primeggiando pure nei recuperi (1.7) e nelle stoppate (0.5). Numeri che non fa certo pesare. «Non mi sento leader, perché in qualche modo lo siamo tutte, compreso il nostro capitano Franceschelli, che anche se è fuori dalla prima giornata, è assolutamente una di noi. Ci incoraggia e ci supporta sempre, in allenamento come in partita. Io non ho più meriti delle mie compagne, faccio semplicemente il mio dovere, cercando di dare il massimo per il bene della squadra».

A questa E-Work manca la continuità, sia all’interno della stessa partita che tra una gara e l’altra. Problema tecnico o mentale? «Entrambi e nessuno dei due, nel senso che a volte non riusciamo a mettere in pratica le buone intenzioni, più per precipitazione che per altro. Ma non è un problema di testa, altrimenti non avremmo vinto né contro Sassari né contro Moncalieri. La difesa è stata decisiva». Se non gioca con aggressività, Faenza si smarrisce. «E’ il nostro marchio di fabbrica e non ce lo siamo costruite a caso».

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