Basket A1 donne, E-Work: tanto spavento ma nessuna lesione alla schiena per Cupido

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La grande paura. L’esito di Famila-E-Work era già ampiamente segnato quando, durante l’ultimo quarto del match, Rosa Cupido ha abbandonato il campo in barella dopo un brutto scontro con la compagna Kunaiyi-Akpanah, che le è praticamente caduta addosso. Si è subito temuto il peggio per la schiena dell’esterna campana, immediatamente immobilizzata e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di Schio. Fortunatamente, gli esami effettuati non hanno riscontrato lesioni, ma solo una forte contusione per la giocatrice bianconera, che comunque nei prossimi giorni dovrà essere attentamente monitorata. «Il Faenza Basket Project - si legge nel comunicato emesso dalla società manfreda - ringrazia il Famila Basket Schio e il suo presidente Marcello Cestaro per i soccorsi prestati a Rosa Cupido dopo il grande spavento, permettendoci di effettuare gli esami strumentali del caso con priorità. La visita del presidente Cestaro in ospedale è stato un gesto di grande professionalità e umanità, che tutta la società vuole sottolineare e che non dimenticherà».
Il sospiro di sollievo si unisce alla riconoscenza. «L’amore per la pallacanestro femminile a Schio - conclude il comunicato del sodalizio faentino - è un patrimonio per tutto il movimento cestistico nazionale». Il colpo alla schiena è stato bello tosto e solo nei prossimi giorni si sapranno i tempi del pieno recupero per Cupido. Aver escluso lesioni è comunque la cosa che conta. Finora la giocatrice di Pompei è stata la migliore della E-Work e il suo stop nella fase cruciale del campionato avrebbe complicato parecchio i piani delle manfrede. Ora la squadra di Ballardini tirerà un po’ il fiato prima del rush finale. Dopo le prevedibili scoppole con Venezia (-30) e Schio (-37), si torna in campo sabato 19. Al Bubani arriva il fanalino di coda Empoli, già battuto all’andata: bissare il successo significherebbe scongiurare virtualmente la retrocessione diretta e continuare a sperare nella salvezza senza passare dalla lotteria, sempre rischiosa, dei play-out.

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