Due giorni in prima pagina, come capitale delle vacanze con un “mare non balneabile”. Associazione Albergatori di Rimini e Confcommercio di Rimini chiedono spiegazioni perché i divieti hanno generato un enorme danno d’immagine e disdette su disdette. L’Aia arriva a chiedere controlli più stretti prima di alzare la bandiera rossa, senza escludere l’errore imano.
“Non doveva succedere”
«Sono stati giorni d’inferno». Patrizia Rinaldis è la presidente dell’Aia Rimini e la riviera capitale della balneazione negata non la manda proprio giù. «Come è possibile gestire una simile notizia in quella maniera? La salute al primo posto, siamo d’accordo, ma subito dopo viene l’economia di un territorio, come si fa ad escludere a priori che sia stato compiuto un errore umano. Una comunicazione così importante deve essere gestita ai livelli più alti. Tutto ciò è aberrante. Non credo che il caldo abbia reso le acque non balneabili solo all’interno dei confini riminesi. Noi facciamo i controlli e gli altri no». Le conseguenze sono sconfortanti. «Le disdette le abbiamo avute, da due giorni i telefoni sono muti e quando squillano è qualcuno che rinuncia. In queste ore abbiamo tranquillizzato, inviato le note del Comune con i prelievi e gli esami nella norma. È inqualificabile quanto successo, il caldo non può essere la motivazione, solo per Rimini poi. Nessuno ha spiegato nulla, fra le tante possibilità, a partire dal caldo, ci mettiamo anche l’errore umano».
“Un danno enorme”
Gianni Indino è il presidente Confcommercio della provincia di Rimini e si rallegra che si possa «tornare con tranquillità alla balneazione sulle nostre spiagge, ma dobbiamo ammettere che il danno di immagine è stato enorme». Infatti. «Anche se si è trattato di un divieto temporaneo, già questo è bastato per arrecare danni agli operatori del territorio, subito alle prese con le prime disdette alberghiere. Nel momento in cui arriva meno gente, soffre tutto il sistema imprenditoriale legato al turismo, dai ristoranti ai bar, ai negozi, agli operatori di spiaggia. Inutile ribadire che la salvaguardia della salute è al primo posto delle nostre priorità, in questi anni il nostro territorio ha fatto cospicui investimenti per la qualità delle acque. Ora confidiamo che la stessa copertura mediatica che è stata data a questo divieto di balneazione durato poche ore, venga posta nei confronti della notizia della possibilità di tornare a fare il bagno in piena sicurezza nelle nostre spiagge».