Bagno di Romagna, i sindacati: "Su Terme S. Agnese critiche fuorvianti del sindaco Baccini"

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Stato di agitazione di terme S. Agnese. Non sono piaciuti ai sindacati gli interventi tematici del sindaco Baccini. Che, stando a Cgil, Cisl e Uil, contengono anche degli errori marcati.

"Le critiche “fuorvianti e pretestuose”, di cui parla il sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini - spiegano Ana Laura Cisneros della FILCAMS-CGIL CESENA, Michele Dall’Ara della FISASCAT CISL ROMAGNA e Martina Zignani della UIL TUCS Cesena – sono il frutto del lavoro di questi sindacati, che come previsto dal contratto nazionale applicato, hanno esercitato il diritto di far riunioni sindacali con tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, tant’è che negli ultimi due anni sono state fatte decine di assemblee, in cui sono sorte delle criticità evidenti in materia di applicazione del contratto integrativo e sul corretto svolgimento dell’attività lavorativa, secondo quanto stabilito dalle leggi che tutelano la sicurezza sul lavoro. Pertanto le lavoratrici e i lavoratori, tramite assemblee con votazioni a maggioranza e con la presenza della maggioranza dei dipendenti, hanno dato mandato a Filcams CGIL, Fisascat CISL, Uiltucs UIL per portare avanti con l’azienda un percorso volto a sanare queste situazioni potenzialmente illecite. In merito alla raccolta firme “sollecitata” dai responsabili di reparto, per ridimensionare la mancata osservanza dei diritti, non inficia quanto già lamentato, bensì rischia di creare un precedente ancor più grave: fermo restando che è stata fatta una diffida da parte delle scriventi sulla modalità di raccolta di queste firme, non è che se qualche lavoratore/lavoratrice “caldamente” sollecitato dal proprio responsabile si dichiara soddisfatto, automaticamente condanna gli altri lavoratori e le altre lavoratrici a non vedere rispettati i propri diritti".

Per il “mancato preavviso” per la comunicazione dello stato di agitazione... "Forse - continuano Cgil, Cisl e Uil - il primo cittadino non sa che vi sono stati più incontri, l’ultimo in data 18 agosto 2022, in cui è stata reiterata la richiesta di risposte precise e puntuali per le quali non vi è stato riscontro. Dal momento che lo stato di agitazione è stato proclamato in data 20 settembre 2022, con decorrenza 21 settembre 2022, riteniamo che l’azienda abbia avuto tutto il tempo necessario per convocare le Organizzazioni sindacali a un tavolo di concertazione.

Merita una menzione a parte la sottile accusa per cui i sindacati avrebbero fatto tutto ciò in un periodo inopportuno, durante la campagna elettorale: dobbiamo pensare che oltre al silenzio elettorale, si dovrebbe applicare un periodo di silenzio dei diritti?

Per quanto riguarda “l’evoluzione del mercato” siamo bel consci della difficoltà del settore termale e del suo andamento negli ultimi anni, ma tale situazione di difficoltà non può essere affrontata con la compressione o addirittura la soppressione dei diritti dei lavoratori, con la negazione al giusto riposo giornaliero e settimanale, con carichi di lavoro insopportabili o con una programmazione dell’attività lavorativa “alla giornata”. Nonostante ciò, le lavoratrici e i lavoratori sono stati in prima linea nell’aiuto all’azienda, firmando un ultimo accordo integrativo che veniva in grande aiuto all’azienda in termini di costi. La pandemia e la crisi pluridecennale del settore sono state affrontate con la collaborazione anche delle parti sindacali e la situazione delle terme di Bagno di Romagna, rispetto ai risultati di altre strutture termali della regione, testimoniano l’efficacia di azioni condivise e rispettose delle norme. Qualora il primo cittadino lo ritenesse opportuno, siamo disponibili a riportare per filo e per segno la decennale storia della contrattazione con l’azienda.

L’attuale diaspora di professionalità che abbandonano lo stabilimento a favore della concorrenza o per cambiare settore; la difficoltà nel reperire personale e le assunzioni senza il rispetto delle norme per le aziende partecipate; le segnalazioni di violazioni delle normative; fanno prendere coscienza di un problema che esula dal contesto e che , se non risolto porterà a problemi aziendali non imputabili ai dipendenti o alle loro organizzazioni ma solamente ad errate decisioni della dirigenza.

Il ruolo dei sindacati non è quello di alzare “muri ideologici”, ma di difendere i diritti di tutte le lavoratrici e lavoratori che decidono di organizzarsi per avere condizioni di lavoro dignitose. Troviamo a dir poco preoccupante questa retorica per cui il bene delle persone passa attraverso il bene dell’azienda, soprattutto in un’azienda che è stata ampiamente supportata dalle lavoratrici e dai lavoratori, facendo sacrifici di non poco conto. A nostro parere, il bene dell’azienda, si ottiene attraverso l’ascolto e il dialogo. Preferibilmente nei tavoli appositi, non tramite accuse infondate a mezzo stampa".

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