Arte, Bertinoro nei dipinti di Severi, Novaga e Campi

Archivio

Giordano Severi (Cesena 1891– Recife 1957) nel 1930 dipinge la Tocca di Bertinoro per la serie di 60 quadri dedicati a “Rocche e castelli di Romagna” presentati nel 2019 a Palazzo Romagnoli a Forlì nella mostra curata da Flora Fiorini e Orlando Piraccini, con Anna Provenzano e Sergio Spada.

Dopo l’Accademia a Bologna, Firenze e Urbino, Severi frequenta la Scuola di nudo a Roma, distinguendosi come ritrattista e ottimo paesaggista. Qualità che gli garantisce un buon successo, anche in Brasile dopo il suo trasferimento nel 1951. La serie si rivela importante sia dal punto di vista artistico quanto documentario.

Il fortilizio risale all’inizio dell’anno Mille, affidato al conte Ugo degli Onesti dall’Arcivescovado di Ravenna. All’inizio del XIII secolo, con l’estinzione della casata, viene conteso tra i signori locali, per essere conquistato da Galeotto Malatesta per papa Urbano V nel 1356. Dopo alterne vicende fra Chiesa e Pandolfo Malatesta di Rimini, Novello Malatesta di Cesena lo riconquista nel 1437 per restituirlo al pontefice. Alcuni brevi passaggi sotto Caterina Sforza, Cesare Borgia e Leonello Pio da Carpi, poi di nuovo in mano allo curia romana.

Sede vescovile dal 1584, viene ampiamente ristrutturato, ma nell’Ottocento è lasciato decadere per mancanza di fondi. I bombardamenti del 1944 completano l’opera di distruzione. Non più sede vescovile dal 1986, tra il 1998 e il 2002 il restauro definitivo ne permette il riutilizzo quale sede museale, culturale e residenza universitaria.

Pietro Novaga (Zurigo 1911 – Forlì 1997), insegnante di disegno a Forlì e Forlimpopoli dopo l’Accademia di Ravenna, pittore, illustratore, grafico, incisore e scrittore di storia, sulla copertina del n. 2 del 1965 de la “La piè”, la rivista di cultura romagnola fondata da Aldo Spallicci, incide la fortezza che sovrasta il centro di Bertinoro. In essa risalta la “Colonna delle anella” simbolo della vocazione all’ospitalità degli abitanti, “Domus hospitalis”, e “Brittinori” in memoria del passaggio di Galla Placidia. La leggenda vuole che nel 435 venga offerta dell’Albana in una ciotola di coccio alla principessa figlia dell’imperatore Teodosio, la quale, entusiasta della bontà del vino, esclami: «Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in oro», così da allora il paese Monte dell’Uccellaccio diventa Bertinoro.

Grazie all’impegno instancabile di Alteo Dolcini nel 1967 nasce il Tribunato di Romagna per promuovere e salvaguardare il patrimonio culturale della Romagna e valorizzarne i prodotti tipici. Tra gli impegni, la costruzione della Ca’ de Bé a Bertinoro, «capoluogo morale della Romagna», inaugurata nel 1971.

Serafino Campi (Faenza 1905 – Forlì 1992) realizza la cartolina che ne ricorda l’evento. Pittore e incisore, allievo di Roberto Sella e Francesco Nonni a Faenza, collabora alla rivista “Xilografia” del 1924, prima di diplomarsi nel 1930 all’Accademia di Bologna. Dopo il trasferimento a Milano nel 1944, Campi si dedica con successo alla grafica pubblicitaria, aggiornando felicemente il suo fare pittura e la sua sensibilità formale alle tendenze artistiche dell’anteguerra e del dopoguerra.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui