Arianna Lanci alla Sagra Malatestiana. L'intervista

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Sul filo degli affetti: Arianna e l’universo femminile della passione amorosa per la Sagra musicale malatestiana 2020 con il concerto di musiche antiche “Remember me. Variazioni musicali sul tema dell’abbandono: Arianna, Armida, Didone”.

Da Scarlatti a Händel

Appuntamento stasera alle 21 al teatro Galli con la mezzosoprano riminese Arianna Lanci e i solisti dell’ Ensemble Locatelli: Jeremie Chigioni, Emilie Chigioni violini; Thomas Chigioni violoncello; Chiara Cattani clavicembalo. Un viaggio nella passione musicata da Alessandro Scarlatti (cantata L’Arianna, “Ebra d’amor fuggia”) al “Dido’s lament” di Henry Purcell attraverso brani di Corelli, Händel, Locatelli.

Lanci, perché la scelta d’interpretare questo «discorso sulle passioni d’amore», come suggerisce il richiamo all’omonimo trattato di Blaise Pascal?

‹‹La passione d’amore nella sua forma più estrema, e in alcune tra le più intense e raffinate pagine del barocco europeo, è al centro di questo mio nuovo progetto musicale. Il tema dell’abbandono è il filo conduttore attraverso il quale esplorare l’animo femminile nelle sue pieghe più sottili, più vulnerabili, e più ardenti. Pur nella diversità della vicenda mitologica nella quale sono immortalate, le tre figure femminili al centro di questo racconto musicale diventano, nella mia personale lettura, l’espressione viva di un’immensa forza d’animo, di una profonda generosità e di uno smisurato coraggio››.

Qual è il fascino di quella che ha definito ‹‹un’immersione›› nel genere della cantata da camera?

‹‹Consiste soprattutto nell’attenzione rivolta alle sottigliezze del rapporto tra testo e musica, e nella capacità di dipingere in poche ed essenziali pagine un’intera vicenda drammatica, pur senza l’ausilio degli elementi scenici e scenografici di cui si serve il teatro d’opera. Come a dire che l’interprete è chiamato ad “aggrapparsi” alla sola scrittura musicale, facendo della propria voce il solo strumento in grado di sviscerare il dramma espresso dalla musica: scendere in profondità in ogni singola parola, in ogni singola nota, in ogni singolo silenzio, immergersi appunto, diventa ancora più necessario poiché non sussiste rappresentazione teatrale, ma il teatro è tutto unicamente dentro la musica››.

Quali spunti tematici offre il mondo degli affetti dell’estetica barocca?

‹‹La mia idea di partenza era accostare due tra i più grandi compositori dell’epoca, Händel e Scarlatti, sul terreno di un genere vocale che nasce e viene coltivato al di fuori del teatro, la Cantata da camera, ma che del teatro condivide trame e protagoniste femminili. Dopo essermi concentrata sull’Arianna della cantata inedita “Dove alfin mi traeste”, al centro del mio progetto discografico di prossima uscita, ho voluto addentrarmi nell’altra Arianna scarlattiana, la cantata “Ebbra d’amor fuggia”, scritta per un organico strumentale arricchito di due violini. Il passo verso l’Armida di Handel è stato davvero breve: una donna abbandonata come protagonista e lo stesso organico strumentale ad accompagnare il canto, in una cantata tra le più belle e toccanti della storia della musica››.

Il suo mondo di passioni e scoperte musicali si estende dalla musica antica alla tradizione etnica. Che vasta, ricca scuola di sensibilità appare la musica di questi tempi?

‹‹Ho incontrato la musica di tradizione orale degli ebrei sefarditi all’inizio del mio percorso, prima ancora di avvicinarmi al repertorio colto rinascimentale e barocco. Un vasto, prezioso e misterioso, bacino di melodie la cui sostanza è fatta di dolcezza, malinconia, toni struggenti e intensi. Si tratta infatti di canti femminili che ci riportano alla Spagna medievale e all’eccezionalità del momento storico in cui ebrei, cristiani e mussulmani non solo convivevano pacificamente, ma davano vita a scambi fecondi in ogni ambito artistico. La musica, io credo sia sempre per sua natura, una scuola di sensibilità perché ci insegna il miracolo e la necessità dell’ascolto. In questo caso il sentire si arricchisce di una dimensione ulteriore, legata alla memoria, alla storia, al tema della diversità come ricchezza irrinunciabile. Spero di portare questo repertorio anche a Rimini un giorno, dopo averlo cantato in diverse città italiane ed europee e persino a San Francisco!››.

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