Anne-Sophie Mutter i sui virtuosi al Ravenna Festival
«Ricerco respiro artistico e dedizione in questi ragazzi, che indirizzo a non tener conto delle pressioni esercitate dall’industria culturale sui musicisti. Perché non dobbiamo intendere la musica come semplice intrattenimento. Piuttosto, la musica è essenziale affinché l’essere umano giunga alla comprensione di se stesso. Perciò non è giusto che appartenga a pochi eletti: bisogna diffonderne la conoscenza nella scuola e attraverso i media…».
I “ragazzi” di cui parla Anne-Sophie Mutter sono i “suoi” Virtuosi, quelli cresciuti all’ombra della Fondazione cui ha dato vita un quarto di secolo fa, e attraverso la quale persegue la propria nobile idea di musica. Questa sera la grande violinista – lanciata giovanissima nientemeno che da Herbert von Karajan e da allora entrata nel gotha musicale internazionale – è ospite di Ravenna festival sul palcoscenico del Pala De André, protagonista di un concerto straordinario perché aperto gratuitamente (previa prenotazione) a tutto il pubblico quale gesto di sostegno alle popolazioni della Romagna colpite dalla recente alluvione. Si, perché Mutter, di fronte a quanto accaduto, con un gesto di rara sensibilità, ha deciso di rinunciare al compenso previsto, con una donazione alla Scuola comunale di musica “Giuseppe Sarti” di Faenza, una delle istituzioni musicali più colpite nel territorio. Un’occasione ancora più importante perché si tratta dell’unica tappa italiana della tournée che il singolare e talentuosissimo ensemble, tutto di archi, sta tenendo attraverso il mondo intero.
Di particolare interesse anche il programma scelto: una pagina composta pochi anni fa incastonata tra opere del Barocco per eccellenza e affiancata a una rarità settecentesca. Dunque, il brano contemporaneo è “Nonet”, per doppio quartetto d’archi e contrabbasso, per la prima volta eseguito in Italia e composto nel 2015 proprio per i Mutter’s Virtuosi da André Previn (scomparso nel 2019) che, tra l’altro, con Mutter è stato sposato per alcuni anni, dal 2002 al 2006, ma che deve la notorietà di musicista anche ai 4 premi Oscar vinti.
Tornando poi al Barocco, ecco che si fronteggiano nientemeno che Antonio Vivaldi e Johann Sebastian Bach, il versante italiano, l’eccellenza cantabile per eccellenza, e quello tedesco, il più rigoroso studio contrappuntistico che, però, del modello italiano non può fare a meno: si sa, infatti, che Bach studiò e trascrisse molti concerti vivaldiani. Dunque, di Vivaldi, sarà interpretato il Concerto in fa maggiore per tre violini, archi e basso continuo RV 551, in cui i tre “solisti” si rispecchiano l’uno nell’altro con esuberanza virtuosistica; di Bach invece sono proposti il Concerto per violino in la minore BWV 1041 e il celeberrimo Terzo Concerto Brandeburghese BWV 1048.
Infine, il Concerto in la maggiore per violino op. 5 n. 2 di Joseph Bologne, Chevalier de Saint-George, singolare figura di origine creola, e pelle scura, attivo a Parigi nella seconda metà del Settecento, dilettante di talento e di successo, di salda impronta haydniana.
Info: 0544 249244. Ore 21