Alluvione, la carica dei volontari da Rimini tra fango e rifiuti

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La Romagna riparte a colpi di badile: «Ma quanti ricordi affondati nel fango!». Sotto un cielo che apre alle schiarite, prosegue il lavoro dei volontari che seguono le rotte della solidarietà, riesumando dalla fanghiglia interi paesi. In prima linea scendono il Wwf Rimini e regionale pronti a restituire dignità al lido di San Giuliano di Rimini, invaso da rifiuti e detriti portati dai fiumi.

Età media, 25 anni

A fare il punto, dopo 35 sacchi stracolmi di ciarpame, è lo studente universitario Federico De Robbio, ideatore dell’evento con le compagne di studi, Giorgia Romagnoli e Beatrice Ruggiero, delle Risorse economiche e sviluppo sostenibile dell’Università di Bologna, campus Rimini. «Le registrazioni sul form di Google di sabato hanno raggiunto 90 iscrizioni, - chiarisce il 24enne - ma stamani si sono presentati in 80, età media 25 anni». L’obiettivo? Pulire la spiaggia dal bar Sunset della darsena all'altra scogliera, per uno spazio di circa 68mila metri quadri. Lo studente evidenzia «il supporto ricevuto dall'assessore dell'Ambiente, Anna Montini, per un’iniziativa che rientra nella campagna nazionale “Ripartiamo” «che entro il prossimo settembre si prefigge di ripulire 20 milioni di metri quadri fra spiagge, fiumi e litorali».

Tra pneumatici e bombole

Nell’attesa il popolo dei volenterosi, armati di guanti e attrezzi, ha lavorato dalle 9.30 alle 12.30 circa, raccogliendo 35 sacchi da 110 litri l’uno. Il bottino? Dal vetro alle lattine passando per polistirolo e reti da pesca. Tra i rinvenimenti insoliti, il giovane elenca uno pneumatico e una bombola a gas, ribadendo che i materiali sono stati differenziati secondo le direttive di Hera. Contrastanti le emozioni provate, rinvenendo pezzi di vita che, nota Federico, fino a pochi giorni fa erano nelle case o nei negozi di qualcuno. La giornata di ieri è continuata con un incontro pubblico per rimarcare la funzione difensiva svolta dal parco 25 Aprile «che ha fatto da cassa di espansione al fiume Marecchia fungendo da imbuto per riportare l’acqua al mare». A chiusura è seguito un dibattito sul clima.

Dalle spiagge alle città

Nella gara di solidarietà, si è imposta anche l’Associazione marinai di salvataggio della provincia, fondata nel 2008 dal riccionese Graziano Bardeggia. Caricate in auto attrezzature e buona volontà, una decina dei membri, dai 20 ai 50 anni, incluse due ragazze, si è messa in viaggio, destinazione Forlì.

«I nostri sforzi si sono concentrati nel centro di Forlì – spiega il portavoce dell’Associazione, Alberto “Ananke” Biagini del bagno 104 di Marebello – in particolare in via Carso». Spalando il fango dove affondavano quasi sino al ginocchio, sono riemersi brandelli dell’esistenza degli sfollati, «dagli album di fotografie ai mobili, passando per le auto distrutte».

Per spostarne una che ostacolava l’intervento è stato impiegato un bobcat.

«Ci ha colpito la forte collaborazione tra volontari, - rimarca in ultimo Biagini – ma anche le storie di salvataggi all’ultimo secondo che hanno messo al sicuro tanti anziani».

Da Bellaria Igea Marina

Non è da meno Bellaria Igea Marina che schiera la sua Pro Loco per strappare dal fango il Savio. Nel dettaglio una squadra di tre persone è diventata centro di aggregazione per altri volontari fino a ritrovarsi in 30 unità. La sorpresa? Vedere tra le fila studenti del liceo Ferrari di Cesenatico. Solo il primo tassello di un progetto più ampio, assicurano dalla Pro loco che oggi riparte con due gruppi: il primo con destinazione Forlì, si ritroverà alle 7.30 in via Baldini, mentre il secondo diretto lungo il Savio si ritroverà nella stessa via, ma alle 8.00 per una giornata dopo la fatica è secondaria rispetto alle emozioni.

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