Cesema, alluvione e nuovi rischi di povertà: c'è chi fruga tra gli scarti per cercare qualcosa di utile VIDEO

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«Il rischio è che l’onda lunga dell’alluvione, dopo che tutto sarà ripulito, porti con sé sacche di nuove povertà». È stato detto a più livelli e da più parti in questi giorni. Analizzando, sotto il profilo abitativo e lavorativo, le conseguenze possibili future della catastrofe naturale che ha colpito la Romagna.
Un esempio pratico di questa previsione pessimistica, a dimostrazione che per certi versi è già reale, è quanto sta avvenendo in queste ore all’esterno del centro commerciale Lungo Savio di via Zuccherificio a Cesena. La zona è stata tra le prime a finire sott’acqua dal tardo pomeriggio del 16 maggio scorso; e nelle previsioni fatte dalla stessa dirigenza della galleria commerciale sarà tra le ultime a tornare operativa. La prima prima stima è che possa servire ancora almeno un mese per riavere i negozi aperti e tutto pronto per accogliere la clientela. Una previsione ad ora ottimistica al netto del fatto che ancora in questo momento ci sono i camion con autoclave perennemente al lavoro in zona, per continuare a sgomberare i piani bassi dell’edificio invasi subito da un paio di metri di acqua e fango.
Gli esercenti continuano a vuotare i negozi ed accatastare quanto da buttare in grossi mucchi all’esterno. Da giorni il piazzale normalmente adibito a parcheggio è frequentato, a turno, da decine di persone, per lo più rovistando all’interno. Con l’intento di trovare materiale utile (mobilio, oggettistica o vestiti) da poter recuperare e portar via. Per poterlo riutilizzare nella vita di tutti i giorni. Scene che solitamente in Romagna la gente è abituata a vedere in tv. Quando vengono messi in onda servizi inerenti le zone di guerra o le parti più povere del mondo. Scene che invece ora sono “di casa” anche in Romagna.

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