Alfonsine celebra i 100 anni di Steno, il "partigiano sorridente"

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Compie oggi un secolo di vita Stefano Pagani, nome di battaglia “Steno”, partigiano, capo squadra della sesta compagnia della 28ª Brigata Garibaldi, e Alfonsine si prepara a un tributo d’eccezione. Un appuntamento pubblico è previsto per domani sera, alle 20.30 all’auditorium del Museo del Senio, per la presentazione del libro di Maurizio Casali “Mo i tira a te. Racconti di guerra e di famiglia” (Minerva Edizioni), nell’ambito della rassegna Pagine Partigiane. «Sarà un’occasione per fare tutti insieme gli auguri a Steno, il partigiano sorridente – spiega Renzo Savini, presidente dell’Anpi Ravenna, che fa riferimento a una fotografia d’epoca che ritrae un Pagani dall’aria rilassata insieme ai compagni della Brigata –. Steno è un uomo colto e vitale, un grande lettore, e in questi anni ha saputo emozionare tanti studenti raccontando la propria esperienza. Insomma, un giovane di cent’anni che ha saputo parlare ai giovani». Un secondo momento di scambio di auguri, più privato, invece avrà luogo sabato pomeriggio, nella casa alfonsinese di Steno.

In occasione del centesimo compleanno, a Stefano Pagani è stato chiesto di riportare una testimonianza del proprio percorso all’interno della Resistenza. Il suo racconto, che funge anche da memoria storica, prende il via dal luglio del 1943, con la fine del regime di Mussolini: «Alla caduta del fascismo mi ritrovavo nel campo di aviazione di Aviano – ricorda –. Non si sapevano notizie, radio e giornali erano proibiti e così, dopo due giorni di caos, decisi di scappare a casa per sapere cosa stava succedendo. Tutti erano in festa perché credevano che la guerra fosse finita, intanto i tedeschi occupavano tutta l’Italia». Fu così nacquero e presero vigore i movimenti partigiani, a cui aderì anche Pagani: «Eravamo stanchi di nasconderci e si cominciò ad organizzarci. Io mi iscrissi nel Gap, il compito del mio gruppo era di presidiare la via Reale a Taglio Corelli. A tempo debito, con la colonna Wladimiro partimmo per la conquista di Ravenna, poi fu organizzata la 28ª Brigata Garibaldi “Mario Gordini” ed io feci parte della sesta compagnia in qualità di capo squadra, comandata da Rino Bendazzi. Dopo molto tempo a presidiare il Reno con la Brigata Cremona, venne finalmente l’ordine di muoverci: la mia compagnia, aggregata a forze alleate, ebbe l’ordine di conquistare Comacchio. Dopodiché inseguimmo i tedeschi in ritirata fino a Codevigo, ove ci arrivò l’ordine di fermarci perché la guerra era finita. In tutta la sesta compagnia abbiamo avuto un solo morto: il comandante Rino Bendazzi, poi insignito della medaglia d’argento». Le azioni eseguite da Steno come partigiano sono state raccolte in diverse interviste oggi conservate al Museo del Senio, dove domani si festeggerà il suo centesimo compleanno.

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