Alberto Spadolini in mostra al palazzo del Fulgor di Rimini

In 25 immagini fotografiche, che furono pubblicate da importanti riviste, fra cui Vogue e Vanity Fair, opera di Dora Maar, Maurice Seymour, George Hoyningen, G. R. Aldò (Aldo Rossano Graziati) e altri grandi maestri dall’obiettivo rivive, fino al 16 aprile nella mostra Spadò. Arte, amori e spionaggio nella Parigi anni ’30, allestita al Palazzo del Fulgor-Fellini Museum, il mito rinato di Alberto “Spadò” Spadolini (1907-1972). Una riscoperta dovuta, hanno ricordato nel corso della presentazione della mostra Marco Travaglini e Mario Spadolini, nipoti del grande danzatore, ad alunni e insegnanti dell’Istituto Statale d’Arte “Federico Fellini” di Riccione a cui si dovette nel 2005 l’allestimento della mostra “Cinema, danza, musica e pittura nella Parigi anni ’30”. Da una vecchia soffitta era riemersa l’incredibile e ignota storia di uno degli artisti più eclettici e meno noti del Novecento: ballerino, attore, regista, pittore e scenografo.

Le foto in mostra, a partire dalla inedita foto parigina per Vogue di Spadolini con la “Venere nera” Josephine Baker (con cui ebbe una tempestosa relazione amorosa), hanno offerto numerosi spunti allo storico Angelo Chiaretti di illustrare agli intervenuti una vita, quella del danzatore, che fu vissuta come una parabola tra romanticismo giovanile e arte futurista, sapendo contemperare nella sua poliedrica personalità entrambe queste tendenze.

Dopo l’amicizia con Gabriele D’Annunzio e l’apprendistato artistico romano al Teatro degli Indipendenti, Spadolini emigrò a Parigi dove in breve tempo divenne danzatore con Serge Lifar, coreografo apprezzato da Maurice Ravel, pittore ammirato da Jean Cocteau, attore con Jean Marais, regista con Django Reinhardt, cantante con Mistinguett. Al suo impegno civile (premiato con il conferimento della Legion d’Onore), che lo vide schierarsi nel corso dei tragici eventi della Seconda guerra mondiale, in difesa della libertà e della democrazia, collaborando attivamente alla resistenza antinazista, Chiaretti ha dedicato insieme ad Andrée Lotey e Marco Travaglini, il volume “Alberto Spadolini. Arte & Spionaggio”.

La mostra sarà accompagnata al Palazzo del Fulgor il 30 marzo, il 6 e 13 aprile (ore 16), dalla proiezione dei documentari: Spadò, il danzatore nudo (2019) di Riccardo De Angelis e Romeo Marconi, e Nous, les gitans (1951) girato da Spadolini in Andalusia. Il filmato, restaurato dalla Cinématheque Française, è stato presentato da Martin Scorsese nell’ambito della rassegna “Toute la mémoire du Monde”.

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