Alberi fondamentali per mitigare gli effetti delle isole di calore

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Le grandi città moderne si trovano oggi a fronteggiare una serie di sfide per la salute pubblica. Dall’inquinamento alla scarsità di spazi verdi, fino alle alte temperature urbane, che durante i mesi più caldi ne fanno vere e proprie isole di calore, con il loro carico di disagio e di conseguenze in termini di impatto sulla qualità della vita e sulla salute degli abitanti. In Europa quest’ultimo problema non risparmia nessun grande centro urbano. Secondo i dati raccolti dal satellite Copernicus ed elaborati dallo European Data Journalists Network, le città si stanno, infatti, scaldando molto più velocemente del resto del pianeta. E il fenomeno è particolarmente evidente nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Guardando all’Italia, poco cambia che si considerino le regioni del Nord o quelle del Sud. Secondo i dati registrati da Copernicus i due centri con il più forte aumento della temperatura media rispetto agli anni Sessanta sono Roma (+3,7 gradi) e Milano (+3,3 gradi). Ma anche a Bologna, che con un incremento di 1,8 gradi è quinta tra le principali città italiane, il fenomeno ha già avuto conseguenze evidenti.

Eppure, non tutto è perduto. Anzi. Uno studio pubblicato da The Lancet (la più autorevole rivista medica internazionale) ha, infatti, messo in evidenza che per mitigare le conseguenze delle isole di calore basterebbe riportare gli alberi in città.

Lo studio, i cui risultati sono stati analizzati nell’articolo intitolato Cooling Cities through Urban Green Infrastructure: A Health Impact Assessment of European Cities, ha riguardato 93 grandi città europee, per una popolazione complessiva di circa 58 milioni di abitanti, nelle quali la mortalità in eccesso dovuta all’alta temperatura estiva è stata stimata in 6.700 decessi (dato riferito all’anno 2015). Incrociando i dati riguardanti il rapporto tra mortalità e temperatura e quello tra temperatura e superficie alberata, i ricercatori hanno stabilito che se la superficie cittadina coperta da verde passasse dall’attuale 15% al 30% la temperatura media delle città scenderebbe di 0,4 gradi.

Una differenza apparentemente piccola, ma che consentirebbe di evitare il 40% dei decessi dovuti al calore e che avrebbe effetti positivi molto più ampi di quanto si possa immaginare. “Sapevamo già che le alte temperature in ambienti urbani sono associate a un peggioramento dei parametri sanitari, come l’aumento delle crisi cardio-respiratorie, i ricoveri e le morti premature”, scrive Tamara Iungman, dell’Istituto di Salute Globale di Barcellona (Spagna), che ha coordinato lo studio. Quello che lo studio ha consentito di misurare in maniera scientifica è quanto un intervento per riportare il verde in città possa contribuire a salvare vite umane e a ridurre l’incidenza di patologie gravi.

Un’operazione che, come emerso da quanto accaduto nell’estate 2022, caratterizzata da temperature record e precipitazioni ai minimi storici, è però tutt’altro che banale. Il rischio, infatti, è di investire ingenti risorse pubbliche e private per progetti di riforestazione urbana che poi si rivelano inadeguati per affrontare le fluttuazioni delle temperature e dei fenomeni climatici. Talvolta anche per errori banali come quello di non aver previsto un impianto di irrigazione, cosa che la scorsa estate ha contribuito alla decimazione del verde cittadino da Roma a Milano.

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