Addio a Maurizio Costanzo: lanciò e difese molti romagnoli

Negli ultimi 40 anni, se non hai partecipato almeno una volta al “Maurizio Costanzo Show”, non sei nessuno. Prima, molto prima di Fabio Fazio, il giornalista romano (era nato nel 1938), morto ieri all’età di 84 anni, è stato il re indiscusso del talk show televisivo, lanciando carriere, promuovendo campagne di ogni genere (famosa quella contro la mafia in collaborazione con Giovanni Falcone e Michele Santoro), creando dal nulla personaggi irresistibili. Tra questi, anche molti emiliano-romagnoli. Tralasciando tutto il resto (Costanzo ha fatto di tutto e di più, dal dirigere giornali e reti televisive a scrivere romanzi, commedie, film, spettacoli e perfino canzoni... Trovando anche il tempo di sposare quattro mogli!), la televisione è stata per 50 anni la sua casa, prima la Rai e poi Mediaset, in un florilegio di programmi di ogni genere, ma il principale, resta senz’altro il “Maurizio Costanzo show”, seguito, sulla tv commerciale, del “Bontà loro” che conduceva sulla Rai negli anni Settanta. E tra le due diverse epoche, bisogna sottolineare che sui suoi divani si sono seduti tutti o quasi quelli che contavano o avevano una certa visibilità. Per limitarci agli emiliano-romagnoli, fu tra i primi a ospitare Vincenzo Muccioli che aveva creato la comunità di San Patrignano sulle colline riminesi. Lanciò come elemento disturbante un giovane Vittorio Sgarbi, fino ad allora anonimo professore universitario. Fece esibire comici alle prime armi come il santarcangiolese Daniele Luttazzi e il riminese Carlo Frisi. Ma anche gli attori emiliani Alessandro Bergonzoni, Platinette, Eva Robins e Nic Novecento. E personaggi assai discussi come Vanna Marchi, l’imbonitrice televisiva poi finita nei guai per truffe e affini. Nel 2008 invitò Giordano Sangiorgi del Meeting delle etichette indipendenti di Faenza e il duo Il Genio che con “Pop porno” erano arrivati al successo nazionale passando prima attraverso il mondo delle indie. E il Mei infatti lo ricorda oggi con gratitudine. Ma Maurizio Costanzo non era solo intrattenimento. Era un signor giornalista che aveva il coraggio delle sue opinioni e le portava avanti senza paura di nessuno, nemmeno dei mafiosi che tentarono di farlo saltare in aria con una bomba. Su questo piano, da registrare senz’altro il suo appoggio incondizionato alla riminese Gessica Notaro, l’istruttrice del parco riccionese Oltremare sfregiata con l’acido dal fidanzato. A tal punto che il conduttore ironizzò sul gip che aveva disposto il divieto di avvicinamento per l’ex fidanzato di Notaro, per i casi di stalking che precedettero l’aggressione con l’acido. E venne per questo condannato per diffamazione. Costanzo si spese volentieri anche per San Marino, collaborando con la rete televisiva della Repubblica, Rtv. Nel 2013 con la serie di trasmissioni “Scusi mi racconta...” insieme al caporedattore Sergio Barducci, mise in risalto le eccellenze sammarinesi in tutti campi. Opera che gli valse nel 2020 l’onorificenza del Cavalierato di Sant’Agata.

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