"A Riccione discoteche in caduta, meglio puntare sulla spiaggia": il mondo della notte si interroga sul futuro

Il mito delle discoteche a Riccione perde colpi. Colpa del Covid? Degli abusivi? Della concorrenza sleale? Le troppe tasse sui locali? I biglietti d’ingresso (e le consumazioni) troppo elevante? Forse non c’è un motivo, ma tanti motivi. Quello che è certo è che la voglia di ballare non è finita. Forse però sono cambiate le mode: c’è chi sceglie di farlo in collina, come detta la regola riccionese, chi invece sposa le nuove tendenze in spiaggia.

Un modello da rinnovare

Potrà apparire vetusto il tempo della piramide del Cocco, del lampadario del Pascià, dei dj internazionali che suonavano tra Peter Pan, Villa delle Rose, Biblos: attrazioni uniche del territorio che raccoglievano migliaia di turisti sono per il “brand Riccione”. Ebbene qualcosa è cambiato. «Sono uscito dal Musica da aprile - racconta Tito Pinton, l’ex gestore del locale in via Trebaci - ora sono in spiaggia, al bagno 44, con un format che include comfort, cibo, drink, relax e musica. Il business delle discoteche lo gestisco a Padova dove lavoriamo moltissimo. Credo che il prodotto Riviera non sia più appetibile, non voglio dire di “basso livello”, ma decisamente in caduta. Manca la capillarità del prodotto. Denoto una scarsa capacità imprenditoriale. La scelta dei chiringuiti – continua – ha un motivo: non esiste offerta, né innovazione. Ho optato per mantenere una qualità alta e l’ho fatto optando sulla spiaggia, con un prodotto di livello».

La voce della collina

Che sia necessaria una svolta attrattiva è una voce che accomuna tutti gli imprenditori dell’intrattenimento, come sottolinea Marco Tagliaferri, gestore di vari locali tra cui il Peter Pan e il Balena in viale Ceccarini: «Lavoriamo poco con il turismo, più sul “local”. C’è stato un notevole calo, ma perché non c’è gente. Il business delle discoteche non è assolutamente in declino, almeno quello gestito da professionisti. Posso però dire che a Riccione il turista medio viene per andare nei locali, per ballare. Come in Croazia, a Malta, a Ibiza, Gallipoli: qui il turismo è tutto incentrato sul divertimento, bisognerebbe lavorare e investire di più su questa linea». Emerge che i servizi e l’appetibilità della Perla sarebbero carenti: «Tutto ciò che è la carta vincente delle altre località, lo abbiamo esportato noi – conclude Tagliaferri - i locali dovrebbero essere coinvolti nel tavolo della programmazione degli eventi, perché sono il più grande veicolo di promozione».

La sicurezza

Non può essere trascurato, visto i tragici trascorsi, il tema sicurezza. Secondo alcuni operatori del settore «il decreto sicurezza 2009 necessiterebbe di essere ripreso in mano e rivisto coinvolgendo le forze dell’ordine, la politica, agenzie di sicurezza e con la ovvia presenza del Silb per sviscerare le problematiche e formulare le proposte».

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