A Forlì la nuova direttrice del Salone del libro di Torino

Annalena racconta Annalena: fresca della nomina a direttrice del Salone del libro di Torino, Annalena Benini sta girando l’Italia per presentare il suo ultimo libro, Annalena appunto. Edito da Einaudi, il volume è dedicato alla missionaria forlivese Annalena Tonelli, uccisa a Borama in Somalia nell’ottobre 2003 da sicari i cui mandanti non sono mai stati realmente identificati. Oggi alle 18, Benini sarà a Forlì, in salone comunale, per una presentazione particolare in cui sarà accompagnata dalla cantautrice Erica Mou.

«Tonelli fa parte della mia storia e della storia della mia famiglia – racconta la scrittrice e giornalista –: mio nonno infatti era primo cugino di sua madre… E poi ci lega il nome, e anche questo appartiene alla mia tradizione più personale. Quindi non ho voluto scrivere una biografia, nemmeno farne una agiografia, semmai ho scelto di raccontare la storia di un incontro fra due donne, lontane ma legate da cose importanti, e fra due vite».

Vite molto diverse, ma con tratti comuni.

«Mi sono imbattuta nelle sue parole e nel suo pensiero in un momento per me molto particolare, di grande debolezza fisica e anche di paura, e quindi di apertura emotiva: un momento di “essere”, in cui tutto era diventato chiaro. Alle mie domande è stata proprio Annalena a rispondere, con il suo pensiero estremo, radicale, libero, e maturo, e dopo ho sentito il bisogno di afferrarlo, quel pensiero, marcando la distanza fra noi e mettendo in chiaro la mia inadeguatezza, il mio desiderio di capire non sempre sostenuto però dalla possibilità di farlo… So di essere arrivata solo ai piedi della scala, ma lì mi sono venute in soccorso altre donne le cui parole hanno richiamato quelle di lei. Hillesum , Arendt che parla della radicalità del bene, e altre ancora, Woolf, Fallaci, di cui Annalena Tonelli amò molto “Inshallah”, ciascuna con il suo percorso, ma tutte capaci di verità e coraggio: donne che, come lei, hanno cercato la strada dell’assoluto».

Ma nel libro c’è anche Annalena Benini.

«Infatti racconto il mondo benestante e terrestre di noi privilegiati che Annalena lasciò, non perché lo disprezzasse ma perché sentiva di dover andare fra quelli che nessuno ama: e fu proprio lì che sentì la pienezza del compimento della sua vita. Io, invece, questo mondo in cui lei non si sentiva a suo agio lo accetto. Non posso arrivare dove era lei, ma cerco ogni giorno di avvicinarmi a quella possibilità di desiderio e di pienezza, a quella “vita-incendio” che lei si augurava per tutti».

Ecco, le tangenze di cui parlavamo.

«E fra queste, il suo monito a smettere con le dissipazioni, una coerenza di vita e di parola che me l’ha fatta sentire particolarmente vicina anche per il mio lavoro, per lo studio delle donne dal punto di vista della letteratura. L’incontro con lei, che apre continuamente verso il mondo, verso l’altro, mi ha portata a farci i conti, e a disubbidire alla sua richiesta che non si parlasse mai di lei, “perché non avrebbe senso”. Per avvicinarmi, ho offerto in cambio la mia vita, le mie inadeguatezze, e il mio desiderio di leggerezza».

Non sembrerebbe una caratteristica della nuova direttrice della più importante manifestazione italiana dell’editoria.

«Ma vede, in realtà questo ruolo viene a seguito della mia prima passione, i libri, una passione che si è alimentata in anni di osservazione del mondo della cultura. Per questo per me assumere questa direzione è un’azione naturale come respirare, in cui anzi posso recuperare leggerezza».

Ha già qualche idea per il nuovo incarico, triennale, in cui succede a Nicola Lagioia?

«Per il momento sarò un’osservatrice, per capire e imparare da un lavoro che ha portato questa realtà a crescere moltissimo. Ho già conosciuto e apprezzato i membri dello staff, e conto sul fatto che ci sarà spazio per le mie idee. Quello di cui sono sicura, però, è che in questa realtà io porterò me stessa: quindi, il mio amore e la passione di sempre per i libri e la letteratura».

Libero. Info: 333 4054231

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