Anziano con lesioni sospette a Ravenna, la Polizia nella casa famiglia

RAVENNA. La titolare, fanno sapere dalla casa famiglia, tornerà lunedì, ma la voce al telefono va sulla difensiva e assicura: «Noi abbiamo fatto tutto correttamente; la responsabile è già stata informata su quel che è accaduto e arriverà la prossima settimana». Chi non ha atteso il suo ritorno sono stati gli investigatori della squadra Mobile, che mercoledì hanno effettuato un sopralluogo all’interno della struttura di accoglienza per anziani dov’era accudito il 92enne portato martedì mattina al “Santa Maria delle Croci” con gravi lesioni da decubito agli arti inferiori, denutrito e disidratato.
Gli agenti della polizia di Stato sono entrati all’interno dell’attività situata in pieno centro città su mandato del sostituto procuratore Daniele Barberini, che ha aperto un fascicolo al momento contro ignoti. È lecito supporre che l’ipotesi di reato configurata sia quella dei maltrattamenti.

L’ispezione
Gli inquirenti sono entrati nella mattinata senza preavviso per controllare la struttura attiva da anni, ubicata in un condominio e composta da tre appartamenti. All’interno sono ospitati circa 22 ospiti, seguiti da una decina di dipendenti tra inservienti e personale vario. L’ispezione si è diretta in particolare nella stanza in cui era alloggiato l’anziano, ricoverato dall’11 giugno, cioè dal giorno di chiusura della casa famiglia Villa Cesarea, con il ritiro della licenza alla luce dell’indagine per gravi maltrattamenti ai danni di un altro paziente. Era stata proprio la stessa azienda sanitaria a suggerire ai familiari la nuova soluzione assistenziale per il parente. Così l’uomo era arrivato nel nuovo alloggio dopo essere stato sottoposto a preliminari visite mediche volte ad accertare le condizioni di tutti gli altri ospiti trasferiti dalla struttura chiusa. Nel suo caso non era emerso alcun segno di maltrattamenti, violenze oppure incuria. Era allettato, con i problemi dovuti all’età avanzata, tant’è vero che le sue condizioni di salute lo obbligavano a nutrirsi con cibi liquidi.

La richiesta di soccorso
Dal giorno del suo arrivo sono trascorsi circa due mesi e mezzo. Né il figlio né la moglie avevano notato segni di peggioramento nell’ultimo periodo. Eppure i medici del 118 che martedì mattina lo hanno ricoverato nel reparto di Medicina Interna, hanno ravvisato le conseguenze di cure ritenute inadeguate o negligenti. In particolare, dopo avere constatato lo stato di disidratazione, hanno diagnosticato la presenza di ulcere croniche agli arti inferiori, un generale decadimento organico e uno stato di denutrizione, valutando una prognosi di venti giorni.
Va detto che quella mattina era stata un’inserviente della casa famiglia a chiedere l’intervento del 118, non appena l’anziano aveva lamentato dolori alle gambe. Il personale medico dell’ospedale, viste le condizioni del paziente ha però deciso di informare la direzione sanitaria, per poi segnalare il caso alle forze dell’ordine. Sul posto è arrivata una Volante, mentre è stata attivata anche la squadra Mobile per indagare su quel ricovero dai lati ancora bui.

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