Anziano circuito in casa famiglia. Avvocato e titolare a giudizio

Con il proprio patrimonio, superiore ai 500mila euro, avrebbe potuto trascorrere gli ultimi anni della sua vita assistito a domicilio 24 ore su 24. Invece era finito in una casa di riposo, in balia dei “tranelli” giocati dall’età avanzata. Fin qui nulla di strano. Almeno finché non sono emersi insoliti movimenti nelle finanze dell’anziano: rette mensili lievitate, prelievi e assegni ingiustificati, perfino la vendita di un immobile dal quale mai l’anziano si sarebbe separato. È quanto avrebbe scoperto nel 2018 l’amministratrice di sostegno dell’uomo, 86enne di Porto Fuori. Dal suo esposto sono finite a processo tre persone: un’avvocatessa 55enne di Ravenna, la titolare 54enne della casa di riposo in cui il paziente alloggiava, e lo psichiatra 59enne che ne certificò le capacità mentali. I primi due (assistiti dagli avvocati Aldo Guerrini e Nicola Casadio) sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di circonvenzione d’incapace; per il medico, a cui viene imputato il reato di falso nell’ambito della valutazione fatta a suo tempo, il giudice per l’udienza preliminare Andrea Galanti ha concesso ai difensori (gli avvocati Maria Grazia Russo e Giovanni Fresa) la strada del rito abbreviato, condizionato a una consulenza psichiatrica affidata al dottor Renato Ariatti.

L’esposto

Il fascicolo aperto dal sostituto procuratore Antonio Vincenzo Bartolozzi nasce dall’esposto fatto dalla amministratrice di sostegno dell’anziano, nominata su richiesta della sorella della vittima. Aveva chiesto gli estratti conto a partire dall’anno precedente, notando innanzitutto che da quando la sede della casa famiglia si era trasferita da via Stradone a via San Pier Damiano, la retta era aumentata di 200 euro, toccando i 2mila euro al mese. Aveva quindi provveduto a trasferire l’anziano in un altro centro, pagando un canone di 1.200 euro, pari a quanto percepito con la pensione. Ancor più sospetti erano stati i prelievi dal conto in banca, con cadenza mensile di importi variabili da poche centinaia di euro a svariate migliaia, fino a un picco di 4.200 euro. Un totale di 14.520 euro ritirati dalla filiale di Porto Fuori dall’86enne in persona, secondo l’accusa accompagnato personalmente sia dalla titolare della casa famiglia che dall’avvocatessa. Quest’ultima lo avrebbe anche convinto a sottoscrivere un atto nel quale la nominava amministratrice di sostegno nel caso la lucidità lo avesse abbandonato. Il suo nome sarebbe finito pure nel testamento, eletta come erede universale insieme alla proprietaria della casa famiglia.

Assegni al condominio dell’avvocato

Negli atti del fascicolo emergono poi i rapporti pregressi tra le due donne: sei anni fa la titolare della struttura assistenziale fu condannata per un altro caso di circonvenzione d’incapace; tra i difensori dei coimputati c’era proprio l’avvocatessa ora finita a sua volta a processo. Su di lei pesa un’altra accusa, legata a quattro assegni per un totale di 9mila euro. L’anziano li avrebbe intestati a un condominio presso il quale la 55enne avrebbe avuto un debito per pregresse spese condominiali.

La casa venduta

A estendere l’alveo delle accuse, sarebbe stata anche la compravendita avvenuta il 28 dicembre 2017, ma mai conclusa. L’anziano avrebbe incassato 30mila euro come caparra per la cessione di un immobile a una ditta edile. Peccato che alla nuova amministratrice, l’uomo abbia riferito di non avere mai avuto intenzione di cedere l’abitazione, aggiungendo frasi poi finite nell’esposto: «Io non ho proprio venduto nulla... me l’hanno venduta». Contattato, il notaio avrebbe detto che l’atto era stato redatto in presenza della legale, e sulla base di un certificato che attestava la capacità dell’uomo di maneggiare soldi. E proprio sulla linea di quest’ultima valutazione le contestazioni sono state estese allo psichiatra, che secondo la Procura avrebbe sostenuto falsamente che l’86enne fosse in grado di riconoscere il valore del denaro. Accusa che i difensori del medico hanno deciso di confutare chiedendo un’ulteriore consulenza psichiatrica.

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