Gli ospiti delle residenze per anziani potranno portare il proprio cane o il proprio gatto: via libera dell’Emilia-Romagna

  • 06 agosto 2025

Un amico a quattro zampe, che sia cane o gatto, può essere un prezioso aiuto per non sentirsi soli e per affrontare momenti di difficoltà. Lo è ancora di più nel caso di anziani e persone con disabilità. Con questa consapevolezza la giunta regionale ha dato il via libera alla disciplina per l’accesso di animali d’affezione di proprietà nelle strutture e servizi residenziali e semiresidenziali per anziani e disabili: un provvedimento adottato nell’ambito delle Linee operative per la gestione integrata del binomio persona-animale da compagnia, redatte da un gruppo di lavoro interdisciplinare.

Una novità per i servizi sociosanitari dell’Emilia-Romagna. Che tiene conto sia di numerosi studi che confermano come gli animali contribuiscano attivamente al benessere psicofisico dei loro “umani” in termini di riduzione dell’ansia e dello stress, di facilitazione del movimento fisico e di formazione di emozioni positive, sia di come la sensibilità nei confronti degli animali sia molto aumentata.

“Con questa delibera - spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi - l’Emilia-Romagna fa un passo importante verso il riconoscimento del valore affettivo e terapeutico degli animali da compagnia. Sarà un accesso regolato e sicuro. Cani e gatti creano legami unici con i proprietari. Per questo, anche in condizioni di fragilità, quel legame non va spezzato, ma coltivato per il benessere psicofisico degli ospiti”.

Gli animali da compagnia, infatti - come specificano le Linee operative regionali - arricchiscono la vita degli anziani, perché migliorano il loro benessere psicologico, li aiutano a sentirsi meno soli e ad avere un ruolo utile nei confronti dell’animale. Lo stesso vale per le persone con disabilità, per le quali l’attività con un animale è un intervento riabilitativo perché crea un legame emotivo che rompe qualsiasi tipo di barriera e crea un rapporto di interdipendenza affettiva importantissima per l’aiuto terapeutico. Discorso simile anche per gli utenti dei Dipartimenti delle dipendenze patologiche, per i quali il cane o il gatto rappresenta l’unica forma di legame significativo al momento della cura, oltre che uno stimolo all’adesione al piano terapeutico e un supporto durante il percorso sanitario. Ma ci sono anche altri target specifici a cui guarda il provvedimento voluto dalla Regione: le famiglie problematiche con minori, la fascia di popolazione indigente e le famiglie maltrattanti: è il caso, ad esempio, delle Case rifugio per le donne che hanno subito violenza, che se con animali al seguito devono poter contare su strutture idonee e operatori con competenze specifiche.

Saranno le singole strutture a definire con un regolamento l’accesso di cani e gatti nelle aree esterne, negli spazi comuni interni come sala d’attesa, corridoi, terrazze, soggiorno, giardino e anche nei reparti di degenza ma non nelle camere, tranne in alcuni casi eccezionali.

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