Andrea, l'autopsia apre all'ipotesi di una patologia non cardiaca

A togliere il respiro al giovane Andrea Rossi potrebbe non essere stato un problema cardiaco. Quando i medici legali ieri mattina hanno iniziato la loro ricerca sulle cause del decesso del 17enne ravennate - morto sabato pomeriggio dopo un bagno in piscina in uno stabilimento balneare di Marina di Ravenna - erano relativamente sicuri di poter trovare problemi cardiaci pregressi.


L’ipotesi di un malore improvviso faceva infatti propendere per un decesso legato al cuore, forse in conseguenza di una malattia congenita. E invece, Andrea potrebbe essere stato affetto da una patologia tanto rara quanto letale, che non coinvolgerebbe il cuore e che, purtroppo, fino ad ora nessuno aveva mai riscontrato nonostante i controlli medici dei giorni precedenti alla morte. Tuttavia, come detto, si tratta per il momento soltanto di ipotesi su cui sta lavorando Matteo Tudini, il medico legale incaricato dal pubblico ministero Monica Gargiulo per effettuare l’autopsia. Nel corso dell’ispezione era presente anche il medico legale Nicola Pigaiani - allievo del rinomato Franco Tagliaro - incaricato come consulente di parte dagli avvocati Silvia Brandolini e Roberto Fabbri, che tutelano il padre del giovane studente dell’Engim. Ipotesi, appunto, che ora andrà vagliata, studiata ed elaborata insieme alle altre plausibili, così da poter arrivare entro sessanta giorni - questo il tempo messo a disposizione degli esperti per concludere gli accertamenti - ad accertare la causa del decesso del giovane Andrea Rossi. Proprio questa mattina, invece, potrebbe arrivare il nulla osta per il funerale che, qualora confermato, si terrà sabato pomeriggio alle 16.15 presso la chiesa di San Lorenzo in Cesarea.

L’autopsia giudiziaria di ieri arriva in seguito all’apertura di un fascicolo d’indagine da parte della Procura della Repubblica. Indagine per omicidio colposo al momento aperta contro ignoti, ma nella quale si trova già archiviato un documento importante, ossia un esposto fatto dai legali della famiglia, nel quale si informano gli inquirenti di ben due visite che Andrea aveva effettuato nei giorni precedenti alla sua tragica scomparsa. La prima visita era stata fatta giovedì 11, due giorni prima della morte, al pronto soccorso dell’ospedale di Ravenna, dove era stato accompagnato dal padre su suggerimento del medico di base, dato che da alcuni giorni il giovane accusava problemi di tipo respiratorio. Stando ai familiari quella mattina Andrea era stato sottoposto a elettrocardiogramma, per poi rimanere in ospedale fino a pomeriggio inoltrato senza ricevere domande su eventuali patologie o essere sottoposto a prelievi del sangue. Il giorno dopo, venerdì, sullo studente era stata eseguita una radiografia toracica, richiesta d’urgenza dal medico di base - così come prescritto in seguito alle limitazioni per l’epidemia da Covid-19 - a cui era seguito il consiglio di sottoporre il 17enne a visita pneumologica.
Sabato mattina, però, sentendosi meglio il ragazzo aveva deciso di partecipare comunque a una festa alla quale era stato invitato nello stabilimento balneare di Marina. Nelle immagini della sorveglianza acquisite dalla Procura si vede Andrea che inizia ad avvertire i primi dolori quando è dentro l’acqua, poi l’arrivo dei medici e infine la corsa in ospedale dove alle 18.30 di sabato ne è stato dichiarato il decesso.

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