Calcio C, anche il Cesena è parte dell'Italia che fa gola a tutto il mondo

Una svolta epocale o addirittura un’autentica rivoluzione. Negli ultimi anni questa frase è stata spesso accostata a tante piazze italiane che hanno accolto proprietà e investitori stranieri, rapidi e determinati ad acquistare le quote di maggioranza di alcuni club storici caduti in disgrazia, nel sottobosco del calcio o semplicemente da rilanciare dopo anni difficili. L’ingresso di investitori stranieri è un argomento per la prima volta caldo e spendibile anche a Cesena, dove in 81 anni di storia la proprietà della squadra di calcio è sempre stata in mani conosciute e legate al territorio. In questi giorni la musica può cambiare, come è già accaduto altrove.

Le big

Non molto tempo fa in serie A esistevano le cosiddette “sette sorelle”, cioè le squadre più forti e più danarose di fine anni Novanta e inizio Duemila: erano la Juventus, l’Inter, il Milan, la Roma, la Lazio, il Parma e la Fiorentina, i club più ricchi e più potenti d’Italia con sette proprietà rigorosamente italiane. Oggi solo due di questi club, Juve e Lazio, parlano italiano grazie alla famiglia Agnelli e a Lotito, mentre nelle altre cinque piazze la lingua ufficiale è l’inglese. A Milano, dopo aver salutato Moratti e Berlusconi e dopo aver allontanato le nuvole grigie delle gestioni Thohir (Inter) e Yonghong Li (Milan), è arrivata prima la famiglia Zhang alla Pinetina nel 2016 con il colosso Suning e poi il fondo d'investimento statunitense Elliott Management Corporation, che dal 2018 detiene il 99,93% delle quote del Milan. A Roma, sponda giallorossa, è stata piantata la bandiera americana da ormai un decennio. Al termine della stagione 2010-2011 il club venne ceduto a un gruppo di imprenditori statunitensi guidato inizialmente da Thomas DiBenedetto e Joe Tacopina, quindi da James Pallotta, mentre da poco meno di un anno un ulteriore gruppo imprenditoriale americano, “The Friedkin Group", ha acquisito il club. Il presidente della nuova proprietà è proprio Dan Friedkin, amministratore delegato della Gulf States Toyota Distributors. Bandiere americane anche a Firenze e a Parma, dove i due club sono guidati dal vulcanico Rocco Commisso e da Kyle Krause, arrivati in Italia rispettivamente da due e un anno.

Dalla A alla C

Nel massimo campionato italiano ci sono altri tre club con una proprietà straniera. Da oltre 7 anni il Bologna è nelle mani dell’imprenditore canadese Joey Saputo, diventato chairman nel 2015 dopo l’uscita di scena dell’avvocato americano Joe Tacopina, che lo aveva rilevato in B e portato in A. Una volta ceduto il Bologna, Tacopina diventa azionista di maggioranza e presidente del Venezia nel 2015, rilevando il club lagunare dal fallimento e portandolo fino ai play-off di B, prima di cedere le quote nel febbraio 2020. Ma la bandiera americana continua a resistere in Laguna, visto che dopo Tacopina è arrivata la Vfc Newco, un gruppo di investitori statunitensi che detiene il 100 per cento delle quote del club arancioneroverde ed è guidato dall’attuale presidente Duncan Niederauer. Anche un’altra matricola come lo Spezia è passata da pochi mesi nelle mani di un investitore americano: si tratta del fondo Msd guidato dalla famiglia Platek, che a febbraio ha acquistato il club dopo 13 anni di presidenza Volpi. Scendendo in B, la Spal passerà entro la settimana nelle mani del più volte citato Tacopina, che punta a rilanciare anche il club estense come accaduto a Bologna e a Venezia, mentre il pacchetto di maggioranza del Pisa è detenuto da Alexander Knaster, anglo-russo che ha lasciato la presidenza a Giuseppe Corrado. C’erano due proprietà straniere piuttosto ricche anche nello scorso campionato di C: a Padova comanda il francese Joseph Oughourlian, proprietario di Lens (storico club francese) e Milionarios (Colombia), che detiene il 96 per cento delle quote ma non è riuscito a centrare la promozione in B nonostante un budget clamoroso. Promozione nel campionato cadetto che invece è arrivata a Como, dove il club è nelle mani di una società inglese con vertici indonesiani e guidata dall’ex calciatore Dennis Wise.

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